Tutto sul fonografo, la prima macchina parlante della storia
«The talking machine», la macchina che parla. E’ la mostra al Palais Mamming di Merano, aperta fino al 14 luglio. Gli oggetti in mostra provengono dalla Collezione Gigliotti, spaziano dal 1878 al 1920 e permettono di indagare la storia del fonografo. Grazie alla continua ricerca scientifica, tecnica ed estetica un antico sogno si concretizzò, rivoluzionando la comunicazione e facendo nascere il mercato discografico.
La mostra illustra anche le vicende delle prime registrazioni sonore a Merano e dintorni, agli albori del XX secolo. Nell’odierno Alto Adige le
prime registrazioni audio furono effettuate dagli studiosi inviati dall’Accademia delle Scienze di Vienna - Phonogrammarchiv per studiare i dialetti tirolesi. Si mirava a preservare testimonianze preziose di un patrimonio culturale che stava rapidamente modificandosi. Le registrazioni audio, corredate dai relativi protocolli, contengono racconti di vita quotidiana, aneddoti, poesie, proverbi.
La prima sessione di registrazioni fu effettuata da Josef Schatz tra il 1903 e il 1909 in Val Venosta, Val Passiria e Merano. Venne utilizzato un esclusivo e speciale fonografo costruito appositamente dai tecnici del Phongrammarchiv e mai messo in commercio. Le registrazioni sul campo sono custodite, insieme al fonografo, all’interno del Phonogrammarchiv viennese.
Amche nelle città sudtirolesi i primi anni del Novecento rappresentarono un periodo di fermento, con sviluppo di idee e realizzazione di mezzi idonei a migliorare la qualità della vita quotidiana.
In Alto Adige uno dei primi negozi che vendeva fonografi, grammofoni, cilindri e dischi musicali fu aperto nel 1906 sotto i Portici a Bolzano dall’imprenditore sudtirolese Josef Mohr. Un apparecchio, ormai quasi solo di respiro, appunto, museale ma che ha segnato fino agli ultimi decenni del secolo passato uno strumento di registrazione vocale e musicale quasi perfetto.
Il 6 dicembre 1877 Thomas Alva Edison, all’interno dei suoi laboratori a Menlo Park (New Jersey), avvolse un foglio di stagno intorno al cilindro di un rudimentale fonografo e, ruotando lentamente la manovella, scandì davanti ai suoi increduli collaboratori i versi di una filastrocca infantile. Al termine della performance vocale, Edison riportò il cilindro al punto di partenza, avvicinò la puntina alla stagnola, ruotò la manovella e le parole pronunciate precedentemente si manifestarono come per magia, producendo stupore ed emozione: la prima riproduzione sonora della storia umana.