I Carmina Burana di Orff aprono «Progetto Opera»
Teatro Zandonai di Rovereto La rara versione con grande orchestra coro voci soliste e pianoforti è stata scelta da Euritmus per inaugurare la rassegna. Klauz Broz: «Deve rivivere la tradizione lirica del passato»
«Tutto ciò che ho scritto finora, e che è stato pubblicato, può essere distrutto. I miei lavori iniziano con i Carmina Burana». Così Carl Orff scriveva ai suoi editori dopo che a Francoforte, l’8 giugno 1937, era andata in scena la prima rappresentazione della sua cantata scenica, una tra le composizioni più famose di tutta la storia della musica.
E proprio la rara versione originale, con grande orchestra, coro a quattro voci, solisti e due pianoforti, è scelta da Euritmus per aprire Progetto Opera 2019: oggi (ore 20.45) i Carmina Burana saranno al Teatro Zandonai di Rovereto. «Il nostro obiettivo – spiega Klaus Broz, direttore artistico di Euritmus – è quello di far rivivere a Rovereto la tradizione lirica che aveva caratterizzato il suo passato corredandola anche di un’introduzione e di una contestualizzazione attraverso altri eventi. Questa è una particolarità assoluta della nostra proposta».
E infatti quella dei Carmina Burana non è certo una scelta casuale, ma finalizzata al presentare sotto altra veste l’ambientazione medievale di Il Trovatore, l’opera di Giuseppe Verdi fulcro di Progetto
Opera 2019, sul palco del Teatro Zandonai il 27 aprile (ore 20.45) e il 28 aprile (ore 17).
I Carmina Burana furono infatti basati da Orff su 24 poemi tra quelli trovati nei testi poetici medievali omonimi, opera di goliardi e clerici vagantes. Si tratta di un insieme di inni bacchici, canzoni d’amore, parodie, precetti morali e sferzanti denunce sulla corruzione della curia romana.
Orff le tradusse con la stessa varietà: il gigante affresco, incorniciato dal famosissimo O Fortuna, accosta raffinata polifonia, monodie dal sapore medievale e canzoni popolari più vivaci e leggere. Si
sente l’influenza di Claudio Monteverdi e William Byrd, ma anche di Stravinskij nel rendere il ritmo l’elemento principe della partitura.
La faraonica sfida è lanciata all’Orchestra Sinfonica delle Alpi, al Coro Anzolim de la Tor di Riva del Garda, al baritono Salvatore Grigoli e ai talenti trentini Maria Pia Molinari e Francesco Moncher, rispettivamente soprano e contraltista. La bacchetta è di Michele Brescia, direttore milanese che ha attaccato, tra i vari, al Coccia di Novara e all’Arcimboldi di Milano collaborando con Uto Ughi e realtà corali del calibro di Ars Cantica.
Un vero tripudio che sul palco porterà 60 orchestrali, 70 coristi e 20 voci bianche, la maggior parte dei quali trentini.
«Si sta lavorando perché il nostro territorio possa essere non solo un luogo di formazione – continua Broz - ma anche di realizzazione, culturale e lavorativa. Di questo ne dà grande esempio la stessa Orchestra delle Alpi, un soggetto autonomo da noi fondato a gennaio e composto da giovani trentini che nell’arco di sette mesi è già chiamato ad esibirsi in tutto il nord Italia».
I biglietti possono essere acquistati agli sportelli delle Casse Rurali del Trentino, online sul sito www.primiallaprima.it o direttamente in cassa la sera del concerto a partire dalle ore 19.30.