Sindaco indagato: divieto di dimora
Pinzolo, Cereghini accusato di turbativa e peculato. La difesa: agito correttamente
I finanzieri sono arrivati con un provvedimento del gip di divieto di dimora e hanno accompagnato il sindaco Michele Cereghini (nella foto) fuori dal territorio comunale. Non solo non potrà più esercitare, ma neppure vivere a Pinzolo. Una misura eclatante. Il sindaco è indagato insieme ad altre persone per turbativa d’asta. Avrebbe «truccato» la gara per le luminarie e per l’incarico di addetto stampa. La Procura contesta anche il peculato.
TRENTO La notizia ha fatto sobbalzare i cittadini di Pinzolo. Di indagini su presunte gare «truccate» in Trentino ce ne sono state tante, ma non era mai successo di vedere i finanzieri «scortare» un sindaco fuori dal territorio comunale. Non in Trentino almeno. E invece è proprio quanto accaduto mercoledì a Pinzolo.
Gli uomini delle Fiamme Gialle sono arrivati con in mano un’ordinanza del gip Marco La Ganga di divieto di dimora per il sindaco Michele Cereghini. Un provvedimento severo, forse dettato dall’impossibilità da parte della magistratura di procedere con un provvedimento di sospensione dall’esercizio di pubblico ufficio, già adottato in precedenza per funzionari indagati. L’articolo 289 del codice di procedura penale non preve l’applicazione della sospensione agli uffici elettivi ricoperti per diretta investitura popolare, come il sindaco. L’unica strada quindi per preservare un possibile rischio di reiterazione del reato ad avviso della magistratura era quello della misura del divieto di dimora. Il pm Maria Colpani ha chiesto l’applicazione del provvedimento per ben sei mesi. Ciò significa che il sindaco ieri ha dovuto fare le valige e lasciare non solo il suo posto da sindaco, ma anche il paese dove vive.
Una misura eclatante. Il motivo? Cereghini è indagato per turbativa d’asta e peculato d’uso, sia come sindaco che come membro del cda dell’Apt, insieme ad altre tre, quattro persone che saranno sentite dal pubblico ministero nei prossimi giorni. Sono tre le contestazioni mosse a Cereghini. In particolare secondo l’accusa il primo cittadino di Pinzolo si sarebbe accordato con altre persone per turbare la procedura amministrativa diretta alla predisposizione e presentazione dela procedura concorsuale per l’affidamento del noleggio di addobbi e delle luminarie natalizie per gli anni 2018 e 2019. Il sindaco avrebbe promesso un contributo di 100.000 euro, ossia pari all’importo dell’appalto, all’Apt per far sì che la gara fosse effettuata dalla stessa Apt con modalità privatistiche. Successivamente avrebbe preavvisato la titolare della ditta, che secondo l’accusa voleva favorire, affinché avesse il tempo necessario di predisporre l’offerta in anticipo rispetto ai concorrenti. Non solo: sarebbe stata organizzata una procedura apparente facendo in modo che nessun’altra ditta si presentasse. I fatti risalgono al periodo tra il 26 settembre e il 12 novembre del 2018.
La Procura contesta anche un secondo episodio di turbativa d’asta relativo alla «procedura di valutazione dei titoli» per l’assunzione di un addetto stampa del Comune. Secondo la ricostruzione della Finanza, che ha condotto le indagini, avrebbe sostanzialmente ritagliato la procedura su misura per favorire e far vincere una persona amica. I fatti risalgono al 12 novembre 2018. Infine la Procura contesta anche un episodio di peculato d’uso in quanto, come membro del cda dell’Apt, avrebbe utilizzato l’auto dell’ente per attività del Comune e non dell’Azienda per il turismo. Nel mirino c’è in particolare un viaggio a Sestriere del 7 novembre 2018. Queste le contestazioni, ma la difesa, sostenuta dall’avvocato Roberto Bertuol, è pronta a fare le prime contromosse e a presentare un ricorso al Tribunale del Riesame. La prossima settimana il sindaco sarà sentito dal giudice per l’interrogatorio di garanzia.