Fermento nelle Rurali, fusione Trento-Lavis osteggiata dalla base
Casse rurali, in una lettera si candidano per il cda soci contrari. Verso il rinnovo 5 cariche su 8 Federcoop, Mattarei temporeggia sulla delega a Villotti. Rovereto sempre di più nei radar Iccrea
Il percorso verso l’incorporazione di Rurale Lavis in Rurale Trento è iniziato, ma i soci della Rotaliana non ci stanno. Circolano lettere con cui si candidano al cda — con 5 cariche che si rinnovano su 8 — cooperatori contrari alla fusione. Intanto su Villotti in Federcasse Mattarei prende tempo e Rovereto interessa sempre di più a Iccrea.
TRENTO Dopo l’ufficializzazione della firma del protocollo d’intesa per l’incorporazione di Cr Lavis in Cr Trento, ieri in Rotaliana ha cominciato a circolare una lettera: alcuni soci si candidano ad entrare nel cda di Cr Lavis (assemblea del 3 maggio) con il chiaro intento di far saltare la fusione. Collegato a questo tema c’è quello della delega al presidente di Lavis, Ermanno Villotti, a sedere in cda di Federcasse. Alla presidente Federcoop, Marina Mattarei, la delega è stata posta con un ultimatum, «entro la settimana», però a quanto pare si slitterà al primo maggio. Infine, sono sempre più insistenti le voci di un’apertura di Banca di Verona a Rovereto, nonostante l’azienda dica che non è vero. Iccrea non avrà una banca trentina, ma forse i clienti.
Lavis
Nel settembre 2017 i soci approvarono la fusione che creò la Rurale di Lavis-Mezzocorona-Val di Cembra. Ora c’è un protocollo per portare la banca della Rotaliana in Cr Trento, nel corso del 2020. «Oggi, per merito di scelte fatte dal consiglio e condivise dai soci, la nostra Cassa è una realtà bancaria solida, efficiente ed organizzata, capace di generare reddito», si legge nella lettera. «Riteniamo che i futuri miglioramenti debbano mettere al centro i soci, recuperando il più possibile il senso di appartenenza della base — prosegue —. Invece l’orizzonte che in queste ultime settimane si sta delineando è la fusione per incorporazione della nostra Cassa con la Rurale di Trento, il che comporta che Cr Trento (tre volte più grande e già con 12.000 soci) rimarrà in vita assorbendo Cr Lavis-Mezzocorona-Val di Cembra. La fusione con Cr Trento creerebbe una banca più grande nei numeri, ma meno efficiente e vicina ai soci. Crediamo che una così radicale scelta debba essere fatta dopo una valutazione attenta, non dettata da un’incomprensibile fretta». La lettera è firmata da Diego Paolazzi, Mariagrazia Odorizzi, Marco Facchinelli e Luca Zanon
(ex Cr Mezzocorona), che si candidano nel prossimo cda per mettere in discussione il processo. Il via libera a firmare il protocollo d’intesa con Trento è stato dato da un cda ridotto da 8 a 6 componenti e al suo interno spaccato, visto che una sua importante fetta non ha votato a favore della fusione.
Del consiglio attuale sono in scadenza tre cariche: la vicepresidente Chiara De Vescovi, oltre ai consiglieri Diego Filippozzi e Diego Paolazzi. Sommate alle due cariche da ripristinare fanno cinque, in un cda da otto. Non è dato sapere come finiranno le votazioni di venerdì 3 maggio, ma in linea teorica è possibile avere a che fare con un cda diviso su questa scelta fondamentale per il futuro. Sempre che la capogruppo (presidente Giorgio Fracalossi, numero uno di Cr Trento) non ritenga qualcuno di questi amministratori inadeguato e, con i forti poteri conferiti dal Contratto di coesione, non sistemi le cose.
Trento
Il presidente di Cr Lavis, Ermanno Villotti, è il nome indicato dalle Bcc trentine per entrare nel cda di Federcasse, al posto di Marina Mattarei. Un rospo evidentemente grosso da ingoiare per la stessa Mattarei (l’ultimatum «entro la settimana» è nel documento che martedì scorso è stato votato dall’80% del cda Federcoop). Tanto che a ieri la delega ancora non c’era. Fonti qualificate parlano di un atto che la presidente dovrebbe fare (senza passare per una delibera), in modo che la delega abbia effetto dal primo maggio. Certo, l’attenzione è alta. Ci si aspettava che Mattarei, priva di maggioranza, si dimettesse, ma non l’ha fatto. La mancata concretizzazione di una volontà espressa con voto dalla maggioranza potrebbe fornire un pretesto per dare un taglio all’anomalia?
Rovereto
Percorrendo l’asta dell’Adige verso sud, dopo Rotaliana e Trento si arriva a Rovereto. Anche se Banca di Verona nega di voler aprire una filiale in corso Rosmini, continuano ad arrivare segnalazioni. Chi ha memoria storica fa notare come in realtà ci sia grande vicinanza fra l’istituto e la Rurale della Città della Quercia. L’ex direttore di Cr Rovereto, portato da presidente Geremia Gios e in carica fino alla sua recente sostituzione con Ruggero Carli, vale a dire Romolo Sartoni, è stato direttore di Bcc Verona Cadidavid, quella che ora si chiama appunto Banca di Verona. Non basta: l’attuale caposindaco di Cr Rovereto, Stefano Bianchi Carini, è stato presidente di Banca di Verona per 18 anni, fino al 2010. Proprio lui ha nominato direttore generale Valentino Trainotti, che è stato capo area per il Veneto di Cr Rovereto, non è stato valorizzato nella sua Rurale ed è passato a Verona, dove ha fatto carriera.
Cominciano a chiarirsi gli addendi di una somma: Rurale di Rovereto costretta di malavoglia a fondersi con Cr Vallagarina di Ala; a Rovereto apre una filiale della potente Banca di Verona; dati gli agganci esistenti, Verona cerca di portare dalla sua parte funzionari importanti di Cr Rovereto. Il risultato di questa «teorica» operazione potrebbe essere lo spostamento di clienti in una banca Iccrea, nel cuore della città industriale, che diventerebbe il primo vero terreno di gioco fra i due gruppi nazionali in Trentino.