Legionella, un morto al S. Chiara
La vittima aveva 78 anni. Sotto sequestro la stanza. L’Azienda: «Protocolli rispettati»
A informare la Procura, che ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo, sono state le due figlie dell’uomo. Si tratta infatti di una morte sospetta quella che s’è verificata mercoledì al Santa Chiara di Trento. Un anziano di 78 anni è deceduto dopo aver contratto la legionella. Non è ancora chiaro se il bacillo che provoca la malattia abbia provocato il decesso dell’anziano, o se sia stato causato dalle patologie preesistenti nell’uomo ricovero all’ospedale del capoluogo due settimane fa, e neppure se il paziente lo abbia contratto nella struttura ospedaliera o altrove.
TRENTO Morte sospetta al Santa Chiara dove mercoledì sera un uomo trentino di 78 anni è deceduto dopo aver contratto la legionella. Non è ancora chiaro se il bacillo che provoca la malattia abbia provocato il decesso dell’anziano, o se sia stato causato dalle patologie preesistenti nell’uomo ricovero all’ospedale del capoluogo due settimane fa, e neppure se il paziente lo abbia contratto nella struttura ospedaliera o altrove. Certo il sospetto esiste, il periodo di incubazione del batterio va dai 7 ai 10 giorni. Per questo motivo, da mercoledì, nel momento in cui è stata diagnosticato la legionella e scritta sulla cartella clinica del paziente, è scattato il piano di prevenzione e controllo della legionellosi secondo le linee guida ministeriali con le analisi e i campionamenti di tutti gli ambienti nei quali ha soggiornato l’anziano, entrato l’8 maggio in ospedale. A informare la Procura, che ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo (art. 589 c.p.), sono state le due figlie dell’uomo.
In serata, la procura ha posto sotto sequestro la stanza utilizzata dall’anziano, che è passato attraverso un paio di reparti durante il suo ricovero e durante il quale è stato sottoposto ad un intervento chirurgico per un’altra patologia preesistente. La procura ha incaricato i Nas di effettuare gli esami e gli accertamenti che possano fare al più presto chiarezza su questa morte sospetta. La titolare dell’inchiesta, la dottoressa Licia Scagliarini, ha disposto l’autopsia sul corpo dell’uomo, che dovrebbe essere effettuata tra oggi e domani. Dopo l’esame autoptico si potrà probabilmente avere maggiore chiarezza sul caso di contagio da legionella, il primo avvenuto al Santa Chiara negli ultimi vent’anni.
L’azienda sanitaria, da parte sua, rassicura sull’attivazione di tutte le procedure previste in questi casi. Già ieri pomeriggio era stata esclusa la presenza di focolai all’interno dell’ospedale del capoluogo dopo le prime verifiche puntuali e attente effettuate nei reparti della struttura di Largo Medaglie d’oro da parte dei carabinieri del Nucleo antisofisticazione e sanità di Trento e dai sanitari. Da anni l’ospedale si è dotato di un piano tra più all’avanguardia d’Europa. Anche se il batterio, che si annida quasi sempre nelle tubature dell’acqua, proliferando a temperature tra i 25 e i 40 gradi, non è a rischio zero in nessun ospedale d’Italia (vedi sotto).
Gli altri casi di morte per legionellosi risalgono allo scorso agosto quando alla fine si contarono tre vittime che avevano frequentato l’Altopiano della Paganella. I carabinieri del Nas di Trento si erano subito messi al lavoro, facendo analisi puntuali anche sull’acquedotto, ma non era stato riscontrato alcun batterio. In quel caso furono otto le persone indagate per omicidio colposo aggravato dalla violazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro, i titolari delle strutture ricettive e alberghiere di Andalo e di Molveno dove avevano soggiornato i pazienti che si sono poi ammalati: Celestino Marchesani, 80 anni di Adria, morto all’ospedale civile di Adria il 19 agosto; Piermaria Maggi, 82 anni di Pavia, morto all’ospedale Santa Chiara di Trento il 16 agosto come anche Alessandro Barbera, 85 anni di Milano spento sempre al S. Chiara il 22 agosto.