«Pieni poteri sulla gestione dei vitalizi»
La Regione rivendica autonomia sulla questione dei vitalizi: verrà chiesto infatti un parere esterno per capire se il Trentino Alto Adige deve necessariamente adeguarsi alla legge nazionale o può avviare un percorso autonomo.
TRENTO Sui vitalizi la Regione alza la testa. E di fronte ai richiami del governo romano — la scorsa settimana il ministro Riccardo Fraccaro aveva puntato il dito contro i ritardi del Trentino Alto Adige nel recepire la norma nazionale — rivendica la propria Autonomia. E fa capire di volersi muovere con modalità e tempi propri rispetto a quelli dettati dalla Capitale.
Ieri la questione delle liquidazioni — tornata sotto la lente soprattutto dopo la sentenza della Corte costituzionale sulla legge regionale — ha animato l’intera mattinata del consiglio. Non tanto in Aula, quanto nei dibattiti lontano dai banchi: prima nella conferenza dei capigruppo (convocata dal presidente Roberto Paccher di prima mattina), poi in un incontro del Movimento 5 Stelle e infine in un ulteriore confronto tra i rappresentanti delle forze politiche di maggioranza.
Con qualche scintilla, soprattutto nel primo incontro di giornata. Ai capigruppo, infatti, il presidente del consiglio regionale ha comunicato l’avvio dell’iter per la nuova norma sui vitalizi (con sistema contributivo). «Ma l’invio di un verbale dell’ufficio di presidenza a Roma non è l’avvio di un percorso legislativo» ha obiettato il capogruppo regionale dei 5 Stelle Alex Marini. Il quale ha depositato un’interrogazione per avere i dati sui contributi previdenziali figurativi. Non solo. L’intero gruppo regionale del Movimento 5 Stelle ha presentato un disegno di legge per rideterminare i vitalizi, a partire dal primo settembre, sulla base dei criteri previsti dal modello nazionale. «Non si tratta di una lesione dell’autonomia: in questo settore la Regione ha dimostrato di fare peggio rispetto allo Stato» ha precisato Filippo Degasperi.
Ma proprio la questione della tutela dell’Autonomia ieri è aleggiata su più tavoli. Prima in conferenza dei capigruppo — sostenuta anche dal capogruppo del Patt Ugo Rossi — e poi nel vertice di maggioranza. Con il presidente della Regione Arno Kompatscher che ha ribadito di voler rivendicare il diritto dell’ente rispetto alle imposizioni nazionali.
A tirare le fila del confronto, a fine mattina, è stato lo stesso Paccher. Che ha rimesso in fila le date: «La norma nazionale — ha ricordato il presidente del consiglio regionale — prevede l’adeguamento al sistema contributivo entro la fine del mese. Mentre il disegno di legge presentato dai 5 Stelle propone la data del primo settembre. Nel frattempo, però, dai capigruppo ma anche dai leader della maggioranza è emersa la necessità di una tutela della nostra autonomia. In sostanza, pur considerando equo il sistema contributivo, si è puntata l’attenzione sul nostro diritto di decidere su una competenza specifica dell’autonomia». Di qui la decisione di approfondire: «Chiederemo dunque un parere a un esterno per capire se siamo tenuti o meno a ottemperare all’accordo Stato-Regioni. Sulla base di questo giudizio, applicheremo la norma nazionale o avvieremo un nostro percorso». Senza allungare troppo i tempi, ha assicurato Paccher. Che sul recupero forzoso delle quote degli ex consiglieri (dopo la sentenza della Consulta) ha sottolineato: «Le lettere partiranno a breve, con un termine per restituire i soldi fissato in trenta giorni».
Roberto Paccher Chiederemo un parere per capire se siamo obbligati a recepire la norma nazionale