Droga a Sociologia, l’ateneo prepara la risposta a Fugatti
Dopo la lettera del governatore, rettore e cda intendono replicare. Ieri ne ha discusso il board
TRENTO Nulla da dire nella sostanza. L’ateneo — e il rettore — sono consapevoli del problema. Tant’è che, da mesi, sono state individuate — e messe in pratica, in sinergia con la polizia — una serie di soluzioni per frenare lo spaccio in via Verdi, in particolare nelle vie limitrofe al dipartimento di Sociologia. Alla lettera inviata pochi giorni fa dal governatore Maurizio Fugatti e indirizzata a rettore e cda dell’università, ora seguirà una risposta altrettanto puntuale del consiglio di amministrazione dell’ateneo.
Complice l’aumento dei controlli in piazza Dante e Santa Maria Maggiore, negli ultimi mesi il quadrante che cinge Sociologia è diventato nuovo spazio per lo spaccio di sostanze stupefacenti. Un problema, per l’università e per gli studenti. Di qui, nei mesi scorsi, la decisione del rettore Paolo Collini: segnalare l’exploit alle forze dell’ordine per individuare le soluzioni più idonee. Fra le misure già predisposte, per capirci, c’è il presidio del dipartimento da parte di guardie armate.
Dieci giorni fa a interessarsi della questione è stato anche il presidente della Provincia. Maurizio Fugatti ha preso carta e penna e ha scritto a rettore e cda. Oggetto: «Legalità a Sociologia». Una lettera che ha toccato un tema sentito e condiviso, ma che non ha seguito il percorso istituzionalmente noto sino a oggi (ovvero: si invia una comunicazione al destinatario prima di annunciarla ai media). Della questione s’è parlato nei giorni scorsi: prima in Senato accademico, mercoledì, poi in cda, ieri. Risultato: il board risponderà. Condividendo la sostanza del problema, ma con la volontà di spiegare quanto fatto e forse non noto a Piazza Dante. «Alcuni articoli apparsi sulla stampa locale hanno evidenziato talune situazioni di degrado e di mancato rispetto della legalità che parrebbero verificarsi nella sede della Facoltà di Sociologia Trento», ha esordito Fugatti rivolgendosi all’ateneo (le facoltà, per chiarezza, non esistono più dal 2012: ovvero dall’entrata in vigore della legge Gelmini che ha ridisegnato governance e strutture delle università). «Il consumo di sostanze stupefacenti e altri episodi di degrado sociale sembrerebbero verificarsi quotidianamente all’interno della sede di via Verdi», ha aggiunto ancora il presidente che ha esortato un intervento mirato. Intervento che, in verità, è già partito. Ma la lettera farà chiarezza.