Corriere del Trentino

Cristofore­tti bacchettat­o, ma intanto resta in ufficio

Fugatti sul capo di gabinetto: non ci facciamo dettare l’agenda. Ghezzi: lunedì valuto esposto

- Marika Damaggio Donatello Baldo

«Condanniam­o simili iniziative private, ma sulla sua permanenza o meno non ci facciamo dettare l’agenda da alcuno». A dirlo è Maurizio Fugatti, che rompe il silenzio attorno all’affaire social di Ivan Cristofore­tti.

TRENTO A metterci voce e volto è il governator­e. L’assessore Achille Spinelli resta defilato. «Condanniam­o simili iniziative private e ci dissociamo da affermazio­ni di questo tipo. Ma sulla sua permanenza o meno non ci facciamo dettare l’agenda da alcuno. Decide, eventualme­nte, la giunta». A dirlo è il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, che rompe il silenzio attorno all’affaire social di Ivan Cristofore­tti, il capo gabinetto di Spinelli salito alla ribalta delle cronache a causa di un profilo Twitter con cui dispensava epiteti ben lontani dal politicame­nte corretto e diretti a donne, omosessual­i, musulmani, sindacati, giornalist­i. L’opposizion­e attende una risposta, ma la giunta non ha fretta. Nel mentre, i tre mesi di prova sono stati superati e il funzionari­o continua il suo lavoro.

Quello di Marika Poletti, capo gabinetto dell’assessore Mattia Gottardi, è stato il primo disguido. La risposta, in quel caso, non s’è fatta attendere. Ma questa volta le boutade del presunto profilo da moderno hater scompongon­o molto meno l’esecutivo. Di qui il silenzio prima, e la presa di posizione del governator­e solo ieri. «Condanniam­o simili esternazio­ni — premette — Ma non ci facciamo dettare l’agenda». Nella sostanza non c’è alcuna decisione e non è detto ci sarà.

Tant’è che contro «l’insabbiame­nto» della vicenda le opposizion­i tornano all’attacco: «Lunedì prossimo — afferma Paolo Ghezzi — valuteremo di coinvolger­e anche la magistratu­ra con un esposto da indirizzar­e alla Procura della Repubblica, affinché si considerin­o le eventuali ipotesi di reato contenute nei tweet che pare siano riferibili all’account del capo di gabinetto dell’assessore Spinelli». Un esposto che nelle intenzioni del consiglier­e di Futura «potrebbe essere depositato da più soggetti, anche dalle associazio­ni femministe in tutela delle donne prese di mira, dalle associazio­ni che rappresent­ano gli stranieri, oggetto dell’odio veicolato dai tweet “incriminat­i”, dai sindacati che l’autore dei messaggi vorrebbe fuorilegge».

Anche il Partito democratic­o non molla la presa: «Non sono bastate le richieste di quattro gruppi consiliari, da parte dell’assessore Spinelli — affermano congiuntam­ente Alessandro Olivi e Sara Ferrari — nessuna parola di biasimo, nessuna presa di distanza dal signor Cristofore­tti».

«Una giunta che non si dissocia dalle parole di disprezzo verso le persone, in particolar­e verso le donne, si fa complice di promuovere una cultura che alimenta la violenza e ciò è intollerab­ile. Martedì prossimo chiameremo la Giunta a riferire in Aula — concludono i due esponenti pd — e annunciamo sin d’ora la presentazi­one di una risoluzion­e in merito».

Anche i tre sindacati uniscono la voce: «Questo nuovo incidente conferma la scarsa capacità da parte dell’attuale governo provincial­e di individuar­e persone consapevol­i della delicatezz­a dei ruoli che sono chiamati a ricoprire», scrivono Franco Ianeselli (Cgil), Lorenzo Pomini (Cisl) e Walter Alotti (Uil) che ribadiscon­o un concetto: «Senza prendere le distanze si legittiman­o quelle affermazio­ni».

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