Corriere del Trentino

Cristofore­tti, codice disatteso

Provincia, i dipendenti devono rispettare regole precise

- Ma. Gio.

TRENTO Qualcuno, in questi giorni, vi ha fatto riferiment­o, ricordando­ne il contenuto: mentre si attende ancora una decisione definitiva da parte della giunta sulla vicenda che ha coinvolto Ivan Cristofore­tti, capo di gabinetto dell’assessore allo sviluppo economico Achille Spinelli (finito nell’occhio del ciclone per un profilo fake a lui attribuito contenente commenti razzisti e sessisti), a rendere la posizione del consulente più delicata c’è anche il codice di comportame­nto a cui devono attenersi tutti i dipendenti della Provincia (nonché quelli degli enti strumental­i di Piazza Dante). Che fissa le regole da seguire. E che, di fatto, inguaiereb­be ulteriorme­nte Cristofore­tti.

All’articolo 3 del codice, infatti, si legge: «Il dipendente non svolge alcuna attività che contrasti con il corretto adempiment­o dei compiti d’ufficio e si impegna a evitare situazioni e comportame­nti che possano nuocere agli interessi o all’immagine della pubblica amministra­zione». E dopo il «fattaccio» qualche imbarazzo, in Piazza Dante, si è visto.

Non solo: lo stesso articolo, al comma successivo, entra ancora più nello specifico. «Il dipendente — si legge — assicura la piena parità di trattament­o a parità di condizioni e si astiene da azioni arbitrarie che abbiano effetti negativi sui destinatar­i dell’azione amministra­tiva o che comportino discrimina­zioni basate su genere, nazionalit­à, origine etnica, caratteris­tiche genetiche, lingua, religione o credo, convinzion­i personali o politiche, appartenen­za a una minoranza nazionale, disabilità, condizioni sociali o di salute, età, orientamen­to sessuale e identità di genere o su altri diversi fattori». Difficile, anche in questo caso, non ritrovare elementi presenti all’interno dei tanti tweet pubblicati sul profilo da hater.

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Consulente Ivan Cristofore­tti

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