«Se costruisci barriere bruci la cultura»
L’accademico Nuccio Ordine sarà martedì a Rovereto: stiamo assistendo alla deriva dell’Europa
TRENTO Un viaggio attraverso la più grande letteratura di ogni tempo che insegna come le radici dell’essere umano siano solidarietà e pensiero critico.
Nuccio Ordine torna alla scrivania e dà alle stampe l’ultimo capitolo di un’ideale trilogia che accompagna alla scoperta della natura umana. Dopo il bestseller tradotto in 22 lingue L’utilità dell’inutile, che poneva l’accento sul concetto di produzione ed economia, e Classici per la vita. Una piccola biblioteca ideale nel quale si svelavano i legami tra i pensiero dei grandi autori e la nostra quotidianità, l’accademico e collaboratore del Corriere della Sera arriva a Rovereto martedì per presentare Gli uomini non sono isole. I classici e la solidarietà umana edito per La nave di Teseo. L’appuntamento è alla biblioteca Tartarotti, martedì pomeriggio, a partire dalle ore 17.
«I grandi della letteratura insegnano che la vita senza gli altri è una vita senza senso — spiega il professore —. Il titolo deriva da una meditazione di John Donne del 1624: dopo una lunga malattia, dal suo letto di convalescente sente le campane suonare a morto e capisce che suonano per tutti, perché ogni uomo che muore è una parte dell’umanità che se ne va».
Una meditazione necessaria per i tempi contemporanei. «Prima gli italiani, France d’abord, America first. Gli slogan di oggi — sentenzia Nuccio Ordine — raccontano in varie lingue una contrapposizione tra “noi” e “loro”, che vengono a rubarci il lavoro, le tradizioni, l’identità. Un narrazione falsa e cinica portata avanti da partiti che sono imprenditori della paura: hanno fatto di questo sentimento la loro forza per prendere voti e avere profitti nelle elezioni». Riflessioni più che mai attuali, considerato l’appuntamento elettorale di oggi, nel quale gli italiani — e i trentini — saranno chiamati a votare i loro rappresentanti europei. «Stiamo assistendo — prosegue l’accademico — alla deriva di quell’Europa che alla fine degli anni Ottanta aveva visto un futuro florido nell’abbattimento dei muri, e che ora invece costruisce nuove barriere. La letteratura è profetica. Nel racconto di Borges “La muraglia e i libri” si racconta di un antico imperatore cinese che costruiva la grande muraglia e contemporaneamente bruciava i libri. Due azioni che sono molto vicine perché se costruisci muri bruci la cultura».
I muri oggi corrono anche in mezzo ai mari. «Quel Mar Nuccio Ordine è professore di letteratura italiana
Mediterraneo che per secoli è stato luogo di incontro, di commerci, di scambio di opere d’arte e di culture è oggi il luogo in cui vediamo morire migliaia di persone. La letteratura ci insegna invece come la solidarietà è uno dei più alti valori umani che possiamo abbracciare, mentre oggi regna l’indifferenza. Gramsci diceva che non fare il male non limita la responsabilità,
l’indifferenza e il silenzio rendono complici. Anche ora il limite tra disobbedienza civile e dovere umanitario è molto fragile. Quando le leggi offendono la dignità umana, non rispettandole si diventa trasgressori o ci si sta ribellando a un sistema che rende disumani? Étienne de La Boétie, intellettuale francese grande amico di Montaigne, diceva: non vi chiedo di disobbedire, ma almeno di non obbedire alle cose che non vi fanno onore».
Sotto accusa anche il sistema di formazione. «La scuola — prosegue Ordine — è ora piegata verso il mercato, le università sono imprese che vendono diplomi agli studenti-clienti. Negli ultimi testi Invalsi sono state sottoposte ai bambini tra i 7 e i 10 anni le domande “Quanti soldi pensi di guadagnare? E i soldi che guadagnerai saranno sufficienti a comprare ciò che desideri?”. Domande come queste sono un crimine contro l’insegnamento, è una forma di corruzione dell’animo. Un crimine che non sorprende più nessuno perché l’idea di formare uomini e donne dotati di senso critico non esiste più: la scuola sforna polli di batteria da immettere nel mondo del mercato, che saranno i futuri consumatori passivi».
A salvarci da questa deriva umana arriva però la grande letteratura. «Non sono — conclude il professore di letteratura italiana — un assolutista, ma se dovessi scegliere un solo classico utile al nostro tempo direi l’Orlando furioso di Ariosto, perché ci insegna che non esiste un solo punto di vista, ma bisogna sempre andare alla ricerca della verità. Ariosto non divide il mondo tra cristiani e musulmani, ma racconta la storia del singolo individuo».
L’appuntamento Il professore sarà alla biblioteca Tartarotti per presentare il suo ultimo volume
La lezione Una vita senza gli altri è senza senso: ce lo insegna la letteratura
La politica Ci sono partiti diventati imprenditori della paura
Formazione La scuola è piegata verso il mercato, gli atenei sono imprese