KARL PLATTNER PITTORE E TESTIMONE DELLA VAL VENOSTA
In queste poche righe non voglio raccontare Karl Plattner, celebre pittore e carissimo ed indimenticabile amico con sua moglie MarieJo, parigina.
Non voglio ricordare date, onori, viaggi, paesi, mondi, ma dedicare a Karl Plattner un pensiero, come stanno facendo i suoi concittadini di Malles Venosta.
Ieri Malles in Val Venosta ha dedicato al suo cittadino illustre un’intera giornata di memoria e di celebrazione.
Sono state organizzate iniziative che vanno dall’esposizione di copie delle opere di Plattner, all’accompagnamento musicale, alla visita alla tomba di famiglia, alle testimonianze di artisti ed amici del grande pittore venostano.
Presenti anche le due figlie Anna Silvia e Patrizia Plattner, il gallerista Ennio Casciaro con la moglie Ivana e il figlio Alessandro, ora titolare della galleria d’arte in cui Karl si appoggiava come pittore e amico, e molti dei parenti ed amici.
Organizzatore dell’evento, Hans Pertinger che, da mesi, raccoglie testimonianze e impulsi per questa giornata dedicata a
Karl Plattner e Malles, un omaggio dei suoi concittadini della Val Venosta.
Cosa diceva Karl Plattner, cittadino del mondo, della sua valle che oggi lo onora e che lui, periodicamente, visitava e viveva?
Della sua patria d’origine Karl Plattner diceva: «La Val Venosta è il mio humus. Ne ho bisogno per caricare le batterie. Ho bisogno del contatto con la gente, con i colori, con la struttura della natura, del modo come sono articolati i colli, i gruppi di alberi, i prati, i confini dei campi. Il paesaggio produce uomini, ed io appartengo a questo genere di uomini»
Cosa diceva Karl Plattner della sua pittura? «La mia pittura nasce come un alfabeto. Come dalle lettere si può formare una parola, da una macchia di colore deriva una forma. È un’unione organica di elementi che scaturiscono nel corso del divenire del lavoro.
Nello sviluppo di un’opera io scopro l’oggetto o il soggetto che si va definendo... Allora subentra la memoria o l’inconscio e prende forma quello che io ho elaborato.
Da questo procedimento nasce il quadro».
La struttura interiore delle opere di Plattner è legata ad un codice morale atavico, tipico della sua gente, un romanico di appartenenza, non di scelta, arcaicità e modernità accoppiate, tragedia ed ironia, asprezze di umori e figurazioni del grottesco e soprattutto sgomento davanti ai misteri del vivere e alla grande magia della creazione
Memorie, ricordi.
La figura di Karl Plattner mi è così presente che mi pare di vederlo, elegante ed ironico, di sentire la sua voce in dialoghi, dibattiti a sostenere sogni, saperi. colori, forme, persone.
Era un’epoca, quella di tanti anni fa, dove il coraggio si esprimeva in voglia di cambiare, di distruggere, ma anche di costruire, di fare.
I discorsi erano pezzi di vita, a tratti interrotti da lunghi silenzi, dove la morte entrava danzando.