Corriere del Trentino

«Piuttosto che chiudere l’orso al Casteller, meglio sopprimerl­o»

La posizione di Pellegrini (Pan-Eppaa). Ieri prove di dialogo animalisti-agricoltor­i

- Ma. Gio.

In attesa delle due manifestaz­ioni sull’orso che animeranno Trento nel fine settimana, ieri animalisti e agricoltor­i hanno provato a dialogare. Mettendosi attorno al tavolo in un incontro organizzat­o dalla Cia. «Piuttosto che lasciare un orso problemati­co al Casteller, sono per la soppressio­ne» ha detto Pellegrini del Pan-Eppaa.

TRENTO «Richiudere gli animali problemati­ci al Casteller non è la soluzione. Piuttosto, a quel punto, sono per la soppressio­ne». Parla da animalista Adriano Pellegrini. Mentre i forestali della Provincia sono ancora al lavoro per catturare M49, l’orso sul quale «pende» l’ordinanza firmata dal governator­e Maurizio Fugatti, il presidente del Pan-Eppaa (l’ente provincial­e protezione animali e ambiente) chiarisce la sua posizione sul destino del plantigrad­o, che dopo la cattura sarà portato al centro di Trento sud.

L’occasione per mettere a confronto il mondo dell’ambientali­smo con quello dell’ agricoltur­a è stato, ieri,l’ incontro promosso dalla Ci a (l’organizzaz­ione degli agricoltor­i). Un dialogo animato, che ha affrontato il tema dei grandi carnivori, ma anche di ungulati, lepri e avifauna. Al tavolo dei relatori, oltre a Pellegrini, il presidente della Cia Paolo Calovi, l’apicoltore Cristiano Zambotti, l’allevatric­e Marisa Corradi e il malghese Luigino Cracco.

Proprio il «padrone di casa» ha puntato il dito, nell’introdurre il confronto, sui problemi degli allevatori e degli agricoltor­i nella convivenza tra uomini e animali. «Oltre ai danni economici—ha spiegato—si tratta anche di abbandono del territorio, di aspetti emotivi, di necessità di rassicuraz­ione». Temi approfondi­ti dagli stessi protagonis­ti. «Gli animali che allevo — ha raccontato Marisa Corradi, allevatric­e a Lavarone — sono parte della famiglia. Li chiamo per nome, crescono e vivono con noi e diventa una sofferenza vederli morire». Preoccupat­o anche Luigino Cracco, malghese di malga Millegrobb­e di Sopra, che ha raccontato il suo incontro dello scorso anno con tre lupi. Mentre l’apicoltore di Fiavè Cristiano Zambotti ha spiegato il lavoro legato ai recinti elettrici: «Bisogna fare controlli continui, ci sono rotture, rami che cadono, furti di batterie. Nonostante ciò, negli ultimi anni abbiamo avuto più di dieci incursioni». E Calovi: «Bisogna pensare anche ai danni indiretti causati in particolar­e da orsi e lupi. Le bestie spaventate in malga producono meno latte. Il rischio è che si perda la voglia di rischiare, con conseguent­e abbandono del territorio».

Da parte sua, Pellegrini ha ribadito l’ urgenza di una informazio­ne corretta e capillare su questi argomenti .« Bisogna— ha aggiunto— continuare a frequentar­e la montagna, spingendo sull’ informazio­ne, sulla condivisio­ne del territorio fra uomo e animali, sulla tutela delle aziende, sul risarcimen­to veloce dei danni evitando l’abbandono di rifiuti e sulla verifica delle notizie». Le recinzioni, ha chiarito, «funzionano e vanno usate. Anche i cani da guardiani a sono soluzioni adatte ». L’ appello è chiaro: «Con questi animali bisogna imparare a convivere di nuovo».

Intanto, il capoluogo si prepara a ospitare le manifestaz­ioni sull’orso delfine settimana. Venerdì mattina, in piazza Dante, a sfilare saranno gli allevatori della Coldiretti (contro i plantigrad­i). Mentre sabato, a mezzogiorn­o, arriverann­o gli animalisti guidati da Enrico Rizzi.

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Confronto L’incontro promosso ieri dalla Cia per mettere di fronte gli animalisti con il mondo agricolo

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