Mamma cade nel dirupo, il figlio si butta per salvarla
La vittima è Jantina Kuipers, olandese. Il primogenito si butta nel canalone per salvarla
TRENTO Un piede in fallo, la ghiaia e i sassi che si spostano, l’equilibrio che viene meno: questioni di attimi e Jantina Anje Kornelia Kuipers, 52 anni, olandese, precipita lungo il fianco del sentiero 709, che conduce dalla Ritonda al rifugio Pradidali sulle pale di San Martino. Un volo di 100 metri che la sottrae, per sempre, dalla vista e dal cuore del marito e dei figli di 12 e 14 anni che con lei stavano affrontano l’escursione sulla cima delle Pale, nel Primiero. Il primogenito, 14 anni, d’istinto si è gettato nel canalone seguendo il corpo della mamma. Il terrore, la fatica, il panico mescolati e nascosti nella polvere. Ma il peggiore dei pensieri che avrà fatto in quella corsa di pochi istanti si è materializzato quando ha raggiunto il corpo della madre, priva di vita.
La famiglia proveniente dall’Olanda si trovava in Trentino per una vacanza. Dopo i temporali della serata precedente la mattina offriva un’aria frizzante, l’ideale per un’escursione in quota. I quattro si sono mossi presto, magari anche dopo aver sbirciato le previsioni che mettevano temporali già dal pomeriggio e dalla Ritonda hanno intrapreso il sentiero 709 che lungo la val Canali porta al rifugio Pradidali, a quota 2.278 metri. Un’escursione di due ore e mezza, ma giudicata da tutti non particolarmente complessa. Un sentiero di alta montagna, certo, con punti esposti soprattutto nella parte più in quota, da percorrere con le adeguate attenzioni ma senza particolari zone a rischio.
Arrivati a circa 1.800 metri però qualcosa è andato storto e la vacanza della famiglia si è trasformata in un incubo: Jantina Anje Kornelia Kuipers, 52 anni compiuti a gennaio è precipitata dopo essere scivolata sul sentiero. Forse è inciampata in un sasso o forse ha solo poggiato il piede malamente, magari troppo vicino all’estremità del sentiero stesso oppure si sia sentita male e sia caduta. Tutto è successo poco prima delle 9.30, quando è arrivata la chiamata al 118: il coordinatore dell’area operativa Trentino orientale del Soccorso alpino ha inviato sul posto l’elisoccorso e una squadra di cinque operatori della stazione Primiero. Sul posto era presente anche un soccorritore, che appena sentito l’allarme si è portato sul luogo dell’incidente. L’elicottero, giunto in quota, ha vericellato il medico ma per la donna non c’è stato nulla da fare. Il figlio quattordicenne, che ha sperato, vicino al corpo della mamma, che quell’incubo si dissolvesse è stato subito cinturato dai soccorritori presenti, che hanno accompagnato anche l’altro ragazzino, di 12 anni, e il padre vicino alla mamma, per l’ultimo saluto, e quindi li hanno scortati a valle. Indagini per ricostruire la dinamica sono in corso da parte dei carabinieri.
La salma della turista olandese è stata composta nella camera mortuaria di Pieve, nel Comune di Primiero. Per i ragazzini, visto il trauma subito, è stato richiesto l’intervento dell’equipe degli Psicologi per i popoli.