Trainotti: le nostre idee contro i grandi investimenti
Il general manager dell’Aquila analizza il mercato e la stagione che attende i bianconeri
Caratteristiche e non ruoli. Il general manager dell’Aquila, Salvatore Trainotti e il tecnico bianconero, Nicola Brienza, hanno seguito questo principio durante l’allestimento del roster che affronterà la sesta stagione in serie A e per la quarta volta l’Eurocup. Si sono cercati profili che possano essere intercambiabili in più spot in modo tale che i tasselli del puzzle non combacino in un solo modo.
Secondo questo mantra i dieci elementi dell’organico non dovrebbero essere pochi per la doppia competizione. La volontà del club di Piazzetta Lunelli è comunque quella di continuare ad essere protagonista nonostante il budget a disposizione non sia esattamente di primissima fascia. Il gm trentino ha affronta le tematiche riguardanti la squadra a 360 gradi subito dopo la chiusura del mercato.
La nuova Serie A
«Inizieremo prima e per questo abbiamo cercato di costruire la squadra anticipando i tempi — spiega Trainotti —. Il ritorno nella massima serie di piazze come Treviso, Roma, Bologna sponda Fortitudo aumenta oggettivamente l’interesse per il campionato». Ci sono poi da contrastare i pesanti investimenti sul mercato delle big. «Milano, Virtus Bologna, Venezia e Sassari stanno operando sul mercato investendo parecchio denaro — aggiunge il dirigente —. L’appeal sarà elevato dopo qualche stagione indubbiamente meno “eccitante”».
Craft e gli altri stranieri
Il bilancio Abbiamo provato a chiudere subito le operazioni importanti Siamo felici per Craft e Forray, dispiace l’addio di Beto Gomes
Idee contro budget Una società come questa deve andare a pescare nei vivai per competere Gli altri fanno grandi investimenti per noi inarrivabili
Ecco poi le considerazioni sulla squadra e le decisioni prese sul mercato. «Siamo partiti dalla conferma di Aaron Craft e poi ci siamo mossi verso una direzione precisa. Abbiamo cercato dei giocatori che potessero integrarsi bene con gli italiani già a nostra disposizione, quindi la priorità è andata alle caratteristiche piuttosto che alla definizione dei ruoli. Atleti come James Blackmon, George King e Rashard Kelly possono trovare diverse collocazioni sul parquet, facilitando il conseguente inserimento di altri elementi». Un discorso diverso va invece fatto per Justin Knox: «Avevamo bisogno di qualcuno che avesse già preso parte alla serie A. Brienza lo conosceva per la stagione trascorsa insieme a Capo d’Orlando e non ce lo siamo fatti scappare».
Blocco italiano
Molto alta è l’attesa anche per il blocco degli italiani, sul quale Trainotti fa il punto su tutti gli elementi a disposizione dell’Aquila. «Indubbiamente su questo fronte saranno determinanti le risposte di Davide Pascolo, Andrea Mezzanotte e Fabio Mian — sottolinea il dirigente bianconero —. Dada ha fatto una sola settimana di vacanza e da venti giorni sta lavorando con un preparatore in modo tale da aumentare la propria capacità atletica. L’errore da non commettere è quello di continuare a fare il paragone con il Pascolo di tre anni fa. Mezzanotte è reduce da una stagione dove ha lavorato bene sotto tanti punti di vista. Mian invece deve trovare quella continuità che troppo spesso non ha avuto, non penso però che il primo anno con noi sia stato così negativo. Di Forray non parlo perché è una certezza mentre Luca Lechthaler saprà ritagliarsi i suoi spazi come sempre».
Il «rammarico» Gomes
Non mancano però anche delle parole di autocritica: «In ogni sessione di mercato ci sono obiettivi che svaniscono, il rammarico più grande riguarda però Beto Gomes. Brienza ci aveva chiesto la sua conferma, insieme a quella di Craft e Forray. Purtroppo Betino ha fatto una scelta di vita diversa (ha firmato un triennale con il Benfica), all’interno di questo gruppo ci sarebbe stato alla grande».
Strategia giovani
«Storicamente investiamo parecchio sui più giovani, quest’anno però non ci sembrava di avere il contesto adatto per facilitare l’inserimento di nuove leve — osserva Trainotti —. Per una società come la nostra andare a pescare nei vivai è l’unica possibilità per rimanere tra le grandi. Economicamente non possiamo competere con budget di molto superiori. In ogni caso non sottovaluterei la presenza di Maximilan Ladurner (centro di 207 cm meranese doc del 2001) che lavorerà con la prima squadra».
Eurocup
Per quanto riguarda l’obiettivo europeo, il general manager evidenzia la crescita avuta dall’Eurocup in questi anni. «Ormai la si può tranquillamente definire Eurolega 2. Il livello qualitativo è elevatissimo — conclude Trainotti — Basti pensare che tre squadre che erano nel nostro girone lo scorso anno ora sono proprio in Eurolega (Asvel, San Pietroburgo e Valencia). Avere la possibilità di partecipare a questa competizione ci rende molto più appetibili per tanti giocatori, senza considerare che affrontare certe partite ti fa crescere sotto tutti i punti di vista».