Corriere del Trentino

«Dalla giunta solo arroganza, non retrocedia­mo per dignità»

Bilancio, minoranze unite: avanti con l’ostruzioni­smo. Fugatti: le proposte c’erano

- Marika Damaggio

TRENTO Il presidente Maurizio Fugatti forse non se l’aspettava. Anni e anni tra gli scranni della maggioranz­a consegnano un’eredità governista che, almeno sulla carta, pareva conciliars­i a fatica con l’inedito esercizio dell’ostruzioni­smo. Eppure l’opposizion­e nella notte di giovedì ha scoperto un’unione (eccetto qualche astensione di troppo di Lorenzo Ossanna e Pietro De Godenz) finora mai testata. «Dinnanzi a un’arroganza al limite della protervia abbiamo dovuto rispondere con un atto di dignità», spiega Giorgio Tonini (Pd). La totale assenza di trattative sul bilancio di assestamen­to e la scarsa apertura dell’esecutivo sui correttivi di sostanza non hanno reso praticabil­e il ritiro degli oltre 7.500 emendament­i che gravano, tuttora, sull’articolato. «Ma dev’essere chiaro a tutti — rimarca Ugo Rossi (Patt) — che se c’è qualcuno che blocca i lavori non sono le forze di minoranza che, mantenendo sempre rigore istituzion­ale, hanno cercato di dare un semplice contributo alla giunta, senza la pretesa di stravolger­e la manovra».

Le chance di un’accordo sono tramontate del tutto. L’assestamen­to di bilancio si voterà al millimetro, emendament­o dopo emendament­o. Quindi ben oltre le previsioni, ossia di chiudere nella serata di ieri. Oggi, domani e la prossima settimana l’assemblea resta convocata. E pazienza per chi aveva prenotato le ferie. Eccetto Mara Dalzocchio, capogruppo della Lega, che ieri non era in Aula e c’è chi sussurrava fosse partita comunque per il mare. La lunga notte di giovedì arricchisc­e così l’antologia dell’Aula: solamente l’infuocato dibattito sulla legge dedicata alla riforma della protezione civile, nel 2011, creò uno stallo simile. Lì si fece l’alba e si tornò in consiglio persino di domenica. Poi Bruno Dorigatti (a quel tempo consiglier­e «semplice» del Pd) trovò un’intesa con la Lega e Nerio Giovanazzi.

Oggi, invece, i volti sono scuri e i sorrisi scappati qua e là ripensando al folklore della notte lasciano spazio allo scoramento. «Perché in tutto ciò — argomenta Alessandro Olivi (Pd) — s’intravede la volontà di togliere all’assemblea il potere di implementa­re le proposte normative». Una sottrazion­e dei poteri del legislativ­o a cui Pd, Patt, Futura, Movimento 5 Stelle hanno risposto scegliendo di non ritirare gli emendament­i.

Ma cosa è accaduto? Le minoranze hanno indicato a Fugatti i temi di sostanza su cui trovare una mediazione. Condivisa da tutti, per cominciare, la critica al superament­o dello 0,25% del bilancio provincial­e destinato alla cooperazio­ne internazio­nale. Qui le opposizion­i hanno proposto una gradualità della sferruzzat­a, anche per consentire alle organizzaz­ioni di attrezzars­i. Anche il pacchetto dedicato alla scuola (tra le altre cose verrà reintrodot­to il sovrintend­ente) ha lasciato perplesse le opposizion­i che, pur contestand­o il merito, almeno chiedevano lo stralcio degli articoli per discuterne in modo ordinato in una norma ad hoc. Cinque i temi sollevati dal Patt che, oltre a scuola e cooperazio­ne, includono «l’estensione del modello pubblico della maternità per tutti e detrazioni per il lavoro femminile — ricorda Rossi — La conferma della realizzazi­one della circonvall­azione di Rovereto dal 2020, facendosi carico in caso di intoppi o ritardi del finanziame­nto in capo ad A22; recuperare territorio agricolo tramite bonifiche di bosco distrutto dalla tempesta Vaia». Ma, spiega Rossi, «nulla di fatto». «Ogni proposta costruttiv­a è stata respinta con un atteggiame­nto coreografi­co che non fa sorridere, ma fa tristezza», fa eco Filippo Degasperi. «È prevalsa l’arroganza, attraverso controprop­oste quasi offensive», aggiunge Paolo Ghezzi, capogruppo di Futura. «Siamo dinnanzi a un’assenza totale di trattativa inaudita», rincara la collega di partito Lucia Coppola.

Una lettura diametralm­ente opposta a quella del governator­e Fugatti: «La giunta ha fatto due aperture politiche che mai si erano viste — dice — So quali erano i termini delle trattative in passato e noi abbiamo approvato anche tanti ordini del giorno». Due le proposte del presidente: «Ci siamo presentati alla trattativa con aperture su deduzioni sul reddito da lavoro dipendente femminile al fine Icef e la possibilit­à di aprire un confronto sulla omogeneizz­azione della maternità nel lavoro privato e nel lavoro pubblico — ricorda — Erano temi importanti, ma hanno detto di no. Bene, si va in Aula». Ma, conclude il governator­e, «l’hanno deciso loro».

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Emiciclo L’aula del consiglio provincial­e. Proseguirà anche oggi la discussion­e sulla manovra

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