«Andiamo ad oltranza», poi la resa alle 4.20
Cronaca della notte di scintille tra ululati di Savoi e auto-opposizione. Kaswalder: non è dignitoso
TRENTO «Andiamo avanti a oltranza» dicevano baldanzosi i consiglieri della maggioranza giovedì sera, quando era chiaro che il muro di emendamenti presentato dall’opposizione, in mancanza di un accordo sulla legge di assestamento, non sarebbe diminuito. «Stiamo qui fino a notte, fino alla mattina. Io sono abituato in discoteca — confidava ai suoi Devid Moranduzzo — non ho nessun problema a fare le ore piccole».
Partita la maratona, con le votazioni a raffica, con le interruzioni ostruzionistiche della minoranza, con la richiesta strumentale del voto segreto tanto per perdere tempo e riuscire nell’intento di rallentare i lavori, con le provocazioni dell’opposizione mirate a far perdere le staffe soprattutto ai consiglieri della Lega, via via i volti freschi anche dei più giovani tra i consiglieri sono diventati terrei: poco dopo le 4 di ieri mattina la resa, «una ritirata» ha puntualizzato Filippo Degasperi.
Inizialmente l’euforia era alle stelle, per qualcuno annaffiata da vino e birra consumati alla buvette. Un’euforia che ha sciolto la parlantina a chi avrebbe dovuto stare zitto per non facilitare il lavoro dell’opposizione: sono intervenuti pressoché tutti i consiglieri della maggioranza, mettendo in atto una sorta di auto-ostruzionismo, tanto da far dire a Claudio Cia «L’ostruzionismo lo stiamo facendo noi, assurdo. Forse qualcuno vuole tenersi allenato per quando torneremo all’opposizione».
Risate, battute a non finire, un clima più volte stigmatizzato dal presidente del Consiglio: «Siamo in diretta tv — ha ammonito Kaswalder — non è dignitoso questo comportamento». In quel momento Alessandro Savoi stava ululando. Stava imitando il verso dell’orso, forse del lupo, come sfottò in versione belluina rivolto al consigliere Dallapiccola. Più volte l’esponente della Lega ha cercato di alzare la tensione, con il compiacimento della minoranza che tra le strategie aveva proprio quella di far perdere le staffe alla maggioranza: «Stai seduto Sandro», lo rabboniva Fugatti, per convincerlo a non intervenire, a non cadere nella provocazione. «Non parlare», lo intimava quando lo vedeva intenzionato a prendere parola. Parola che più di una volta si è però preso, in qualche caso senza riuscire tuttavia a proferirla correttamente. Il più vistoso di questi scivoloni ha suscitato una risata trasversale a tutta l’aula, che ha contagiato anche la giunta, la presidenza, le «signorine degli uffici» (come le chiama Kaswalder) e i dirigenti provinciali che seguivano i lavori dalla piccionaia. Impossibilitato a dire, il consigliere leghista ha usato il mimo: mandava baci all’opposizione e gesticolava altri messaggi meno affettuosi.
L’opposizione è dunque riuscita nell’intento di fiaccare la maggioranza, verso mezzanotte l’offensiva: richieste esasperanti di voti segreti, interruzioni strumentali sull’ordine dei lavori, interventi fatti apposta per esasperare gli animi. Una strategia da manuale che ha portato alla sospensione dei lavori alle 4.20 di mattina.