Corriere del Trentino

Tempesta con saette e grandine: i contadini contano i danni Frana a Carezza, strada chiusa

Centinaia di interventi dei vigili del fuoco. Danni alle colture di mele e uva

- Pierfrance­sco Carcassi

BOLZANO Giovedì sera in Alto Adige si sono abbattuti circa 14mila fulmini — un record — durante l’ondata di maltempo che si è abbattuta sulla provincia con temporali, grandine e vento. Le raffiche più intense, che viaggiavan­o a 100 chilometri orari, si sono registrate a Salorno. A Bolzano la grandine ha rovinato la «Notte bianca» in programma per le vie del centro. Oltre 100 gli interventi dei vigili del fuoco. Colpita ancora l’area di Carezza: sul passo Costalunga ieri c’è stato uno smottament­o di fango, che si è riversato sulla strada; smottament­i anche sul lato trentino, in Val di Fassa. Una frana si è verificata anche al lago di Anterselva, ieri sera. Nelle prossime ore sono previsti temporali, sebbene meno intensi: gli esperti della Provincia hanno revocato l’allerta, che da «gialla» è tornata «verde», su una scala di quattro colori (verde, giallo, arancione, rosso) che identifica la gravità della situazione meteorolog­ica. L’allarme è rientrato.

«La serata di giovedì è stata straordina­ria: tutto l’Alto Adige è stato colpito da temporali forti a livello locale — spiega Dieter Peterlin, meteorolog­o della Provincia — Non si sono mai contati così tanti fulmini in un giorno dal 2007, quando si è iniziato a registrarl­i. C’erano temperatur­e elevate da giorni, con 37 gradi a Bolzano, e un alto tasso di umidità, due elementi che provocano le tempeste». Finita l’allerta, il brutto tempo persiste: «Ci sono ancora temporali, ma non così diffusi — continua l’esperto — È possibile che siano forti localmente, certo non al livello di giovedì. In generale, siamo sotto la media stagionale delle precipitaz­ioni: a giugno non è piovuto molto, un po’ d’acqua, se non arriva troppo intensamen­te, fa bene al territorio».

Le alte temperatur­e assieme al tasso di umidità, hanno portato a rovesci nella giornata di ieri, in alcuni casi piuttosto violenti. Domenica arriva il fresco, con precipitaz­ioni nelle zone orientali dell’Alto Adige: temperatur­e in discesa al di sotto dei 25 gradi, ma solo fino a lunedì. Poi il termometro risalirà sopra i 30 gradi, pur senza i picchi incandesce­nti dei giorni scorsi.

I temporali di giovedì hanno provocato danni in tutta la provincia: i problemi principali ci sono stati in Val Venosta, dove una frana di 15mila metri cubi si è riversata nel Rio di Valle. Smottament­i minori anche a Planol e Piavenna, frazioni del comune di Malles. I vigili del fuoco sono intervenut­i soprattutt­o nei comprensor­i di Bressanone e Val d’Isarco, Bolzano, Vipiteno e Alta Val d’Isarco, Merano e Bassa Atesina, per allagament­i di strade e cantine, e pure piccole frane, massi caduti, alberi e rami spezzati. Domati i principi di incendio innescati dai fulmini a Prati di Vizze e in Val di Giovo. Gli smottament­i sono proseguiti anche ieri: per una frana è stata chiusa anche la strada di passo Nigra nel comune di Nova Levante.

Intanto gli agricoltor­i calcolano i danni. Ma è presto per sapere la gravità della situazione: «Tra tre o quattro giorni riusciremo a quantifica­re i danni totali. A Merano e Lagundo sicurament­e i problemi sono ingenti», spiega Leo Tiefenthal­er, presidente del Bauernbund. A Bolzano, a fare le spese del maltempo sono le zone collinari, dove la grandine ha martoriato diverse colture, di uva e mele.

«I danni più grandi sono verso San Genesio, Guncina e San Giorgio: certi impianti sono completame­nte sfogliati — specifica Michael Bradlwarte­r, presidente della Cantina di Bolzano — A fondo valle, in tutta la parte di Gries fino ai confini del comune il danno è stato meno forte: con l’impegno dei contadini bisognerà rimuovere gli acini colpiti, comporterà un gran lavoro ma speriamo comunque di arrivare a una qualità ottima del prodotto». E aggiunge: «È prematuro quantifica­re il danno. Per l’uva sarà circa tra il 5 e l’8% delle coltivazio­ni a Bolzano, comunque molto grave per chi è colpito; per fare il calcolo dell’impatto negativo bisogna aspettare la maturazion­e dell’uva, che rischia di non procedere a dovere».

Per le mele la situazione è più compromess­a, molti frutti hanno perso valore: «Possiamo parlare di un danno tra il 30% e il 50% delle mele fuori rete — ipotizza Bradlwarte­r — quelle colpite si possono soltanto impiegare per il succo e non rendono come prima sul mercato. Quelle sotto rete sono sane».

Record «elettrico»

In un giorno sono caduti 14.000 fulmini: mai così tanti dall’inizio delle misurazion­i

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Ferita Ieri uno smottament­o ha invaso la strada nell’area di Carezza

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