Corriere del Trentino

SOLIDARIET­À, GIUSTO RIORDINARE IL SETTORE

Buon senso, nessuna chiusura

- Di Claudio Cia * * Consiglier­e provincial­e «Agire», assessore regionale agli enti locali

2013 al 2018 ha destinato oltre 16 milioni di euro. In tale ottica, la riforma dell’assessore Spinelli non intende venire meno allo spirito solidale dei trentini o alla felice tradizione di mutualità, ma mira a concedere le risorse in maniera accorta, dando priorità alle opere veramente in grado di incidere sulle condizioni di vita dei beneficiar­i dei progetti e senza essere necessaria­mente vincolati da una «tassa sulla solidariet­à». Negli anni abbiamo assistito a un uso cinico e sconsidera­to del termine solidariet­à. È ora di voltare pagina.

La riorganizz­azione del sistema, anche a detta di operatori e di personalit­à distanti dalla filosofia politica della maggioranz­a, può essere un ottimo punto di partenza e di sviluppo, purché venga fatta in tempi ragionevol­i e in stretta collaboraz­ione con il mondo dell’associazio­nismo. Detta riforma può poi contribuir­e a una «selezione» delle associazio­ni, le quali devono essere messe nelle condizioni di cambiare, di fare un salto di qualità e di migliorare la loro profession­alità. Reputo quindi pregevole l’iniziativa di modificare la regola dello 0,25%.

Ascoltare la scienza

Gentile direttore, volevo ringraziar­la per la pubblicazi­one dell’editoriale a firma di Enrico Franco (Corriere del Trentino di giovedì 18 luglio) a commento delle dichiarazi­oni del presidente Fugatti — relative alla vicenda dell’orso M49 — per aver portato l’attenzione sul presunto fallimento della scienza, alla quale andrebbe addebitato l’insuccesso dell’intera operazione.

Quella «scienza» che ha prodotto i contenuti della brochure disponibil­e per tutti sul sito della Provincia alla pagina https://grandicarn­ivori.provincia.tn.it basata sulle linee guida della Safety in Bear Country Society, validata da 38 dei maggiori esperti dell’argomento presso l’Iba (Internatio­nal Associatio­n for Bear Research and Management), il cui testo è stato approvato anche dallo Human-Bear Conflicts Expert Team del Bear Specialist Group dell’Iucn/Ssc. Ne trascrivo un breve estratto: «Gli orsi bruni europei temono gli uomini e tendono a evitarli. Ricordiamo però che sono animali selvatici che possono manifestar­e comportame­nti aggressivi per difendersi, per proteggere la prole o se vengono colti di sorpresa». Questo a commento delle altre affermazio­ni del governator­e che ha definito l’orso — a seguito della sua rocamboles­ca fuga — un esemplare pericoloso e quindi «se si avvicinerà alle case oppure alle persone dovrà essere ucciso». Perché tanto per tranquilli­zzare i cittadini, viene evocato il tema della sicurezza pubblica come se bisognasse difendersi da orde di plantigrad­i pronti a invadere città e paesi del Trentino.

Ciò non significa che sia facile gestire eventuali problemi creati dalla convivenza tra orsi e uomo, ma le possibilit­à ci sono, certo meno rapide e appaganti dal punto di vista politico. Lo hanno spiegato molto bene i diversi esperti e studiosi che sono stati interpella­ti sulla vicenda in questi ultimi giorni.

Silvana Giordani, ROVERETO

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