SOLIDARIETÀ, GIUSTO RIORDINARE IL SETTORE
Buon senso, nessuna chiusura
2013 al 2018 ha destinato oltre 16 milioni di euro. In tale ottica, la riforma dell’assessore Spinelli non intende venire meno allo spirito solidale dei trentini o alla felice tradizione di mutualità, ma mira a concedere le risorse in maniera accorta, dando priorità alle opere veramente in grado di incidere sulle condizioni di vita dei beneficiari dei progetti e senza essere necessariamente vincolati da una «tassa sulla solidarietà». Negli anni abbiamo assistito a un uso cinico e sconsiderato del termine solidarietà. È ora di voltare pagina.
La riorganizzazione del sistema, anche a detta di operatori e di personalità distanti dalla filosofia politica della maggioranza, può essere un ottimo punto di partenza e di sviluppo, purché venga fatta in tempi ragionevoli e in stretta collaborazione con il mondo dell’associazionismo. Detta riforma può poi contribuire a una «selezione» delle associazioni, le quali devono essere messe nelle condizioni di cambiare, di fare un salto di qualità e di migliorare la loro professionalità. Reputo quindi pregevole l’iniziativa di modificare la regola dello 0,25%.
Ascoltare la scienza
Gentile direttore, volevo ringraziarla per la pubblicazione dell’editoriale a firma di Enrico Franco (Corriere del Trentino di giovedì 18 luglio) a commento delle dichiarazioni del presidente Fugatti — relative alla vicenda dell’orso M49 — per aver portato l’attenzione sul presunto fallimento della scienza, alla quale andrebbe addebitato l’insuccesso dell’intera operazione.
Quella «scienza» che ha prodotto i contenuti della brochure disponibile per tutti sul sito della Provincia alla pagina https://grandicarnivori.provincia.tn.it basata sulle linee guida della Safety in Bear Country Society, validata da 38 dei maggiori esperti dell’argomento presso l’Iba (International Association for Bear Research and Management), il cui testo è stato approvato anche dallo Human-Bear Conflicts Expert Team del Bear Specialist Group dell’Iucn/Ssc. Ne trascrivo un breve estratto: «Gli orsi bruni europei temono gli uomini e tendono a evitarli. Ricordiamo però che sono animali selvatici che possono manifestare comportamenti aggressivi per difendersi, per proteggere la prole o se vengono colti di sorpresa». Questo a commento delle altre affermazioni del governatore che ha definito l’orso — a seguito della sua rocambolesca fuga — un esemplare pericoloso e quindi «se si avvicinerà alle case oppure alle persone dovrà essere ucciso». Perché tanto per tranquillizzare i cittadini, viene evocato il tema della sicurezza pubblica come se bisognasse difendersi da orde di plantigradi pronti a invadere città e paesi del Trentino.
Ciò non significa che sia facile gestire eventuali problemi creati dalla convivenza tra orsi e uomo, ma le possibilità ci sono, certo meno rapide e appaganti dal punto di vista politico. Lo hanno spiegato molto bene i diversi esperti e studiosi che sono stati interpellati sulla vicenda in questi ultimi giorni.
Silvana Giordani, ROVERETO