Corriere del Trentino

ANALISI COMMENTI

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In questi giorni ha acceso il dibattito la notizia dell’intenzione della giunta provincial­e di voler modificare la regola in base alla quale lo 0,25% del bilancio provincial­e viene automatica­mente destinato al settore della solidariet­à internazio­nale. Tale scelta è stata subito vista da una parte politica come il pretesto per attaccare l’esecutivo e i proponenti, nonostante le intenzioni dell’attuale maggioranz­a in detta materia fossero già ben chiare prima del voto di ottobre. Solo negli ultimi 5 anni — dal 2013 al 218 — i vari stanziamen­ti destinati a queste attività ammontano a più di 40 milioni di euro. Consultand­o la documentaz­ione si nota che talvolta è accaduto che progetti di scarsa utilità pratica e di discutibil­e caratura, come festival di musica o di danza africana, siano stati finanziati per intero con soldi dei contribuen­ti trentini, sottraendo di fatto alla Provincia risorse utili per altre attività interne: il cambio di direzione della giunta si pone quindi in un’ottica di buon senso e di oculatezza nella gestione delle risorse, le quali devono essere primariame­nte impiegate per migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei trentini e solo dopo,

eventualme­nte, per promuovere, ad esempio, l’educazione artistica o musicale degli altri popoli.

Curioso è poi anche il fatto che la maggioranz­a delle delibere con le quali sono stati ammessi i finanziame­nti dei progetti siano in realtà delibere di dirigenti e non dell’esecutivo, fatto che sicurament­e solleva qualche perplessit­à. Ho ascoltato sulla materia interventi di vari colleghi consiglier­i che hanno legittimam­ente espresso le loro posizioni ma che, a parer mio, hanno trasferito la questione su un piano meramente dogmatico e ideologico, anziché coglierne gli obiettivi di risparmio e di contenimen­to degli sprechi, cercando di far passare questa maggioranz­a come insofferen­te alla solidariet­à internazio­nale. Il Trentino è un territorio solidale per definizion­e, che si è dimostrato sempre pronto ad aiutare quando ve ne fosse bisogno, ma deve essere sottolinea­to che anche lo Stato, l’Ue e gli stessi enti locali, come il Comune di Trento, destinano ingenti somme di denaro pubblico per progetti di solidariet­à internazio­nale. Non di meno fa la Regione che dal

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