Cinghiali, Degasperi bacchetta i cacciatori «Sono inefficienti»
Dallapiccola: giusto il no dell’Ispra. Degasperi: con le doppiette non si risolve nulla
TRENTO Né il l’ex assessore all’agricoltura Michele Dallapiccola e nemmeno il consigliere del 5 Stelle Filippo Degasperi credono la decisione della giunta sia sufficiente a risolvere il problema della presenza dei cinghiali che tanto danneggiano le colture. L’amministrazione Fugatti vorrebbe ampliare la zona di controllo, quella affidata ai cacciatori, sottraendola a quella di eradicazione affidata invece ai forestali, estendendola al versante trentino del monte Baldo e alla Valsugana orientale. «Ma il problema sono proprio i cacciatori — afferma l’esponente grillino — perché in realtà non procedono alla soppressione di tutti gli esemplari. Anzi, li foraggiano per attuare una selezione dei capi».
Dallapiccola spiega che «il Trentino è diviso in due fasce, la parte centrale gestita dai forestali che provvedono direttamente alla rimozione dei cinghiali e la fascia esterna affidata ai cacciatori, che però nella loro azione sono un po’ troppo selettivi». Anche lui conferma l’ipotesi di Degasperi sul foraggiamento: «Le autopsie effettuate in inverno hanno evidenziato la presenza nello stomaco dei cinghiali di granella di mais. Sì — ammette — li nutrono». Questo, a quanto pare, non solo per attirarli nella trappola, ma per mantenere una popolazione da poter poi cacciare nella successiva stagione».
«C’è una certa insoddisfazione nel comparto agricolo — spiega Dallapiccola — perché non credono che affidarsi ai cacciatori sia la soluzione». La pensa così anche Ispra, l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che nei confronti della decisione della giunta ha espresso parere negativo. Un parere obbligatorio ma non vincolante, che però ha il suo peso: «Preferiscono che il controllo sia affidato interamente alla Forestale, ma il problema è che gli operatori sono pochi». In linea teorica l’ex assessore non è contrario all’affidamento ai cacciatori di alcune porzioni di territorio, «ma dovrebbero essere più efficienti e dimostrare di poter far fronte in modo significativo al problema della presenza di questa specie».
Più radicale la posizione del consigliere Filippo Degasperi: «Se c’è un problema — afferma — non si può pensare di risolverlo affidandolo ancora una volta a quelli che fino ad ora non hanno risolto nulla. Sono loro stessi che aggravano la situazione, persistendo con il foraggiamento indiscriminato. C’è un evidente conflitto di interesse — osserva — ed è legittimo siano interessati a non voler risolvere questo problema».
«Per prima cosa — puntualizza Degasperi — dovrebbero limitare il foraggiamento, prevedendolo sono in via eccezionale come previsto da Ispra. Perché un conto è utilizzarlo per attirare il cinghiale nei punti di adescamento, un altro conto è disseminare mangiatoie di mais in tutto il Trentino. I cinghiali si moltiplicano perché sono gli stessi cacciatori che danno loro da mangiare». Sul no di Ispra all’ampliamento delle zone di controllo affidate ai cacciatori, l’esponente grillino non ha dubbi: «Hanno dato parere negativo perché sanno bene come funziona in Trentino. Con queste modalità non si risolve praticamente nulla, si fa peggio». Una stoccata finale ai cacciatori: «Quelli che hanno mandato proprio sul Baldo a fare il controllo, anziché al cinghiale hanno sparato a un cervo. E pensare che avevano anche fatto il corso, figuriamoci a cosa possano sparare gli altri».
Il consigliere del M5S
«Le mangiatoie di mais sono usate non solo per adescamenti ma anche per alimentare gli esemplari da cacciare nella stagione successiva»