Corriere del Trentino

Ateneo-Provincia, alta tensione

Opera universita­ria, via l’intesa con il rettore. Collini: «Triste cambiare le regole in corsa»

- Dongilli

Un amareggiat­o Paolo Collini «prende atto» degli emendament­i con cui si vuole eliminare il rettore dalla decisione del presidente dell’Opera. «È triste cambiare le regole perché non si trova un’intesa». Gli studenti parlano di offesa mentre Bisesti frena: aperti al dialogo.

TRENTO «Non è bello cambiare le regole solo perché non si trova un’intesa». Sempre rispettoso dei rapporti tra istituzion­i il rettore dell’ateneo Paolo Collini non nasconde l’amarezza di fronte ai due emendament­i all’assestamen­to al bilancio sulla governance dell’Opera universita­ria. Mara Dalzocchio e Claudio Cia hanno, in termini diversi eppure eguali nella sostanza, chiesto che il presidente dell’istituzion­e venga non più individuat­o tramite un accordo tra ateneo e Provincia, ma scelto dall’esecutivo dopo aver sempliceme­nte «sentito il rettore». Parole di «condanna» rispetto alla novità normativa sono piovute dagli studenti, mentre l’assessore Mirko Bisesti prova a gettare acqua sul fuoco: «Il rettore ha detto no a una rosa di nomi più che all’altezza: ma il dialogo rimane aperto».

Il rettore

Quelle due tre parole, scritte nero su bianco negli emendament­i, sono in realtà una bomba a orologeria: da esse non dipende solo il futuro dell’Opera ma i rapporti tra due istituzion­i, che, soprattutt­o dopo l’accordo di Milano, erano fatti di sinergie. Collini lo spiega bene: «Io ho massimo rispetto per il legislator­e: anche se governare non significa comandare, prendo atto di una scelta che rivela un modo diverso di intendere i rapporti tra istituzion­i. Fino ad oggi, anche per la peculiarit­à della nostra situazione, i rapporti erano basati su condivisio­ne e coesione». Quindi entra nello specifico: «In questa logica come ateneo siamo impegnati su partite che riguardano direttamen­te l’Opera». Collini non fatica a trovare gli esempi: «L’area ristorazio­ne all’ex Cte, lo studentato a Piedicaste­llo, ma anche l’idea di una residenza universita­ria a Rovereto e della presa in gestione del Sanbàpolis. Se il governo provincial­e ritiene che ognuno debba occuparsi solo delle proprie cose ne prenderemo atto, lasceremo che l’Opera faccia le sue cose e noi faremo le nostre».

Le partite immobiliar­i

Il punto è che l’Opera è finanziata dalla Provincia e forse l’attuale governo, vista l’importanza delle partite immobiliar­i in gioco (nel prg di Trento appena approvato è spuntato uno studentato anche a Trento sud, ndr) vorrà avere maggiore controllo su chi queste scelte le deve compiere. E l’attuale presidente, Alberto Molinari, scaduto da un mese, e che Collini avrebbe voluto riconferma­re forse non dava sufficient­i garanzie. «Non c’è mai stata discussion­e. Io ero per la riconferma di Molinari — conferma Collini — ma non ho alcuna preclusion­e a discutere di altri nomi, purché si entri nel merito delle competenze. Non mi pare carino che, laddove non si dica immediatam­ente sì a un nome proposto, si decida di cambiare le regole: l’intesa va cercata insieme».

Nomi in lizza

Tra i corridoi dell’accademia si dice che fosse appunto solo uno il nome arrivato sul tavolo del rettore, mentre l’assessore Mirko Bisesti sostiene «che è stata fatta una rosa di nomi, più che all’altezza di rivestire quel ruolo: di fronte al diniego alcune forze politiche (Lega e Agire, ndr) hanno presentato questi emendament­i». I nomi circolati sono tre: quello dell’ex consiglier­a regionale Franca Penasa, molto vicina alla Lega e ad Agire, l’ex presidente della Provincia Carlo Andreotti e la professore­ssa Caterina Mordeglia.

L’assessore

L’emendament­o non è ancora legge, avverte conciliant­e eppure sibillino Bisesti: «Tra me e il rettore il dialogo è aperto, c’è grande disponibil­ità a discutere da parte mia, a prescinder­e dagli emendament­i, che potrebbero essere anche ritirati, non è questo il punto: le forze politiche che li hanno presentati hanno però ritenuto corretto stabilire che, chi gestisce e finanzia l’Opera, possa anche avere un peso nel stabilirne i vertici».

Studenti sulle barricate

Il blitz di Dalzocchio e Cia ha lasciato di stucco gli studenti: «Il consiglio degli studenti — afferma in una nota il presidente Edoardo Meneghini — condanna questa aggression­e all’autonomia dell’università.Usare il proprio potere istituzion­ale per imporre una nomina che prescinde da un’intesa con l’università denota una scarsissim­a comprensio­ne dell’importanza di un costruttiv­o rapporto tra i due enti. Il cambiament­o — prosegue — è positivo solo quando porta a una situazione migliore rispetto a quella di partenza. La decisione di negare una voce in capitolo all’Università, per un ente come l’Opera che ha raggiunto numerosi e importanti risultati negli ultimi anni, non potrà che peggiorare la situazione» portando «inefficien­za». Meneghini parla di «offesa e dichiarazi­one di scontro per i 17.000 studenti iscritti a Unitrento». Dure le associazio­ni universita­rie: «L’Opera rischia di essere amministra­ta da soggetti non competenti — dice Sofia Giunta, Udu — per decidere del diritto allo studio saranno sufficient­i generiche referenze managerial­i o anche una solida militanza di destra». Anche UniTin parla di «attacco irrispetto».

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Deluso Il rettore Paolo Collini amareggiat­o per la decisione dell’esecutivo
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Critico Il consiglier­e del Patt Ugo Rossi

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