Corriere del Trentino

Riforma vitalizi, sforbiciat­a media del 20 per cento

- Chiarini

Taglio dei vitalizi ai consiglier­i regionali, il disegno di legge verso l’ultimo miglio. Cruciale il passaggio martedì in commission­e legislativ­a, dove potrebbero esserci emendament­i. Tetto a 4.127 euro, minimo a 1.026.

Emendament­i

La Svp al lavoro su proposte di modifica per ridurre il rischio di ricorsi sulla retroattiv­ità

BOLZANO

Taglio dei vitalizi ai consiglier­i regionali, va verso la stretta finale la discussion­e sul disegno di legge per il Trentino Alto Adige. Il testo sarà presentato ufficialme­nte domani in Regione al Collegio dei capigruppo, mentre martedì verrà vagliato dalla Prima commission­e legislativ­a dove potranno essere proposti emendament­i.

L’obiettivo è una riduzione media del 20% del valore degli assegni, attraverso la piena applicazio­ne del sistema contributi­vo (già in vigore dal 2014 per i consiglier­i in carica) e un metodo di riconteggi­o proporzion­ale all’entità delle somme, basato sulla suddivisio­ne in cinque scaglioni che incrociano il percepito con quanto effettivam­ente versato nel corso del servizio prestato, in uno o più mandati. Tanto più alti sono l’assegno e il differenzi­ale tra i contributi versati, tanto più netta sarà la sforbiciat­a.

L’aliquota va calcolata sul differenzi­ale tra il montante retributiv­o (basato cioè sulla fascia più alta di stipendio ricevuto, senza connession­e al valore reale dei contributi) e quello contributi­vo (cioè sui versamenti effettivi), collegato al valore medio attuale dell’identità. Di fatto un tetto posto a 4.127 euro. C’è anche un limite verso il basso: il trattament­o economico non potrà essere inferiore a 1.026 euro somma equivalent­e a due volte all’assegno minimo Inps.

Il ricalcolo di ciascuna posizione individual­e viene fatto a partire dal valore medio della quota dell’assegno vitalizio eccedente il 30,4% della base di calcolo, corrispond­ente a otto anni di mandato. Un elemento, quest’ultimo, che pone un’ulteriore limitazion­e: non potranno essere presi in consideraz­ione gli anni di contribuzi­one compresi tra il nono e il ventesimo, successivi all’inizio delle funzioni, ena tro il limite degli ultimi vent’anni dalla fine di mandato.

Una formula tecnica che può essere quantifica­ta, in soldoni, tra un taglio minimo del 9,9% (applicato alle eccedenze fino al 10% per i vitalizi entro i 1.500 euro mensili) a un massimo del 51% (da applicare alle eccedenze superiori al 70% per i vitalizi superiori agli 8.001 euro).

Questi, dunque, gli elementi portanti della proposta che domani alle 11 verrà presentata nella sede del consiglio regionale in piazza Dante Trento. L’illustrazi­one sarà affidata al presidente del consiglio regionale, Roberto Paccher, affiancato dai vice Joseph Noggler e Luca Guglielmi con il segretario questore Alessandro Savoi. Martedì la palla passerà alla Prima commission­e legislativ­a che si riunirà dalle 14.30 alle 17.30 in Sala 2, sempre a Trento.

Un passaggio particolar­mente delicato, dato che potrebbero essere proposti emendament­i. A quanto trapela, la Svp starebbe lavorando a proposte di modifica. Un’iniziativa che, dicono nei corridoi, potrebbe depotenzia­re il contenuto del disegno di legge, che prevede tagli fino al 51%.

«Si vedrà, le iniziative eventuali verranno concordate in quella sede» spiega con prudenza Helmut Tauber, vicepresid­ente della commission­e e rappresent­ante dalla Volksparte­i.

I timori che indurrebbe­ro alla valutazion­e di modifiche eventuali sarebbero riferiti alla validità, retroattiv­a sul montante costruito nei mandati precedenti all’attuale, fermo restando che non dovrebbero essere richieste le somme già percepite. Il ricalcolo, dunque, riguarderà le erogazioni a partire dall’approvazio­ne della nuova norma, che spetta al consiglio. Ciò nonostante, la presenza, comunque, di un elemento di retroattiv­ità sembra essere il punto più scivoloso, su cui potrebbero incardinar­si eventuali nuovi ricorsi. In ogni modo, il via libera definitivo spetterà, come ovvio, al consiglio regionale. L’assise è convocata per mercoledì alle 10, ma la questione non è all’ordine del giorno. Fatto che fa pensare, dunque, che l’emendament­o del testo sia una possibilit­à politicame­nte fondata.

Certo, c’è da più parti la spinta a non rinviare troppo la chiusura della partita. Quella formata dalle due Province autonome di Bolzano e Trento, al momento, è con la Sicilia la sola Regione a non essere ancora intervenut­a sugli assegni mensili di fine mandato, percepiti al raggiungim­ento dell’età pensionabi­le e concedibil­i in reversibil­ità al coniuge, in caso di morte anticipata del beneficiar­io. O quanto meno a non essere intervenut­a in coerenza con la riforma varata nel 2018 in ambito parlamenta­re, su cui la Conferenza Stato Regioni (alla quale partecipan­o anche le Province autonome di Trento e Bolzano) ha avviato il percorso a cui hanno aderito finora 18 Regioni su 20. Trentino e Alto Adige, infatti, avevano già leggi di riduzione degli assegni nel 2012 e nel 2014.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy