QUANDO IL POPOLO RIMANE OSTAGGIO DELLE PROMESSE
Troppo impegnati a guardarsi la punta dei piedi, pronti per sgambettare il proprio vicino. Questi sono i leader di questa fase storica.
Ogni 26 luglio, nella ricorrenza dei santi Gioacchino e Anna, genitori della Vergine Maria, si celebra la Giornata mondiale dei nonni. Rispetto alla festa del papà in marzo o a quella della mamma in maggio, il periodo non è dei più favorevoli, in quanto in estate spesso le famiglie sono ancor più sparpagliate che durante l’anno. E così i nonni vengono festeggiati un po’ al margine, come d’altra parte in genere sono collocati nella società odierna.
Spesso si preferisce tacitare i bambini affidandoli alla cattiva maestra, cioè alla televisione, o a quei compagni ancor peggiori che sono i telefonini e i social media. Eppure i nonni sono una risorsa ben più importante e positiva di questi ritrovati della tecnica. Anzitutto i nonni non esigono un canone e non danno dipendenza. Non sono dotati di telecomando, ma in genere sanno interpretare le esigenze dei loro nipoti e sintonizzarsi sulla loro lunghezza d’onda circa i diversi programmi di cui necessitano: merenda, passeggiata, storiella, riposino, sgridata e perdono.
I nonni poi sono ricchi di racconti interessanti di come era la vita una volta. Incredibile pensare che non vi fosse acqua corrente in casa, che non esistessero gli ascensori, che mancassero pure il riscaldamento e la carta igienica. Andare a scuola con due o più ore di cammino per i bimbi sembra una «mission impossibile», eppure i nonni dimostrano egregiamente che a loro quell’impresa è riuscita, almeno quei pochi anni che hanno avuto la fortuna di frequentare una scuola.
I nonni sono poi molto meno tesi dei genitori. Quelli hanno tanto da lavorare, hanno impegni sociali, praticano sport e non hanno tempo libero. Nel loro sforzo educativo si sentono spesso sfidati a essere perfetti e osservati dal mondo intero e quindi impongono ai figli stili di vita pesanti, per renderli dei piccoli capolavori. Quando poi vedono che tale fine non è facile da raggiungere, spesso gettano la spugna e lasciano i figli un po’ al loro destino, accampando che ora sono grandi e capaci di muoversi in autonomia. I nonni invece sono ricchi di tempo e sanno gestirlo in modo simpatico. Hanno riserve quasi inesauribili di pazienza e risultano in genere ansiolitici: hanno capito abbastanza come funziona il mondo e che non occorre prendersela per le cose che non si possono cambiare. Hanno anche ormai la sicurezza della pensione e non soffrono più dei colpi di fulmine degli innamoramenti improvvisi che ti ribaltano la vita. Sarà che con l’età si torna bambini, però spesso li vediamo giocare alla pari con i loro nipoti, con evidente divertimento e soddisfazione da entrambe le parti. I nonni sono poi dei veri guru in quanto a ecologia: sanno risparmiare sulla corrente, sulla benzina, sulla spesa, riciclano tutto il cibo senza sprecarlo e non buttano via le cose vecchie senza aver provato a ripararle. Sorridono davanti alle date di scadenza degli alimenti e li sanno cucinare in un modo prelibato, con invidia di tanti genitori e ristoranti. I nonni hanno anche quella marcia in più che è la fede. Conoscono la dottrina e il catechismo, i comandamenti e i peccati capitali. Sanno raccontare le vite dei santi come fossero eroi, altro che calciatori e cantanti. Pregano il rosario e vanno a Messa, anche se acciaccati. Insomma: viva i nonni.