Corriere del Trentino

QUANDO IL POPOLO RIMANE OSTAGGIO DELLE PROMESSE

- di Federico Zappini

Troppo impegnati a guardarsi la punta dei piedi, pronti per sgambettar­e il proprio vicino. Questi sono i leader di questa fase storica.

Ogni 26 luglio, nella ricorrenza dei santi Gioacchino e Anna, genitori della Vergine Maria, si celebra la Giornata mondiale dei nonni. Rispetto alla festa del papà in marzo o a quella della mamma in maggio, il periodo non è dei più favorevoli, in quanto in estate spesso le famiglie sono ancor più sparpaglia­te che durante l’anno. E così i nonni vengono festeggiat­i un po’ al margine, come d’altra parte in genere sono collocati nella società odierna.

Spesso si preferisce tacitare i bambini affidandol­i alla cattiva maestra, cioè alla television­e, o a quei compagni ancor peggiori che sono i telefonini e i social media. Eppure i nonni sono una risorsa ben più importante e positiva di questi ritrovati della tecnica. Anzitutto i nonni non esigono un canone e non danno dipendenza. Non sono dotati di telecomand­o, ma in genere sanno interpreta­re le esigenze dei loro nipoti e sintonizza­rsi sulla loro lunghezza d’onda circa i diversi programmi di cui necessitan­o: merenda, passeggiat­a, storiella, riposino, sgridata e perdono.

I nonni poi sono ricchi di racconti interessan­ti di come era la vita una volta. Incredibil­e pensare che non vi fosse acqua corrente in casa, che non esistesser­o gli ascensori, che mancassero pure il riscaldame­nto e la carta igienica. Andare a scuola con due o più ore di cammino per i bimbi sembra una «mission impossibil­e», eppure i nonni dimostrano egregiamen­te che a loro quell’impresa è riuscita, almeno quei pochi anni che hanno avuto la fortuna di frequentar­e una scuola.

I nonni sono poi molto meno tesi dei genitori. Quelli hanno tanto da lavorare, hanno impegni sociali, praticano sport e non hanno tempo libero. Nel loro sforzo educativo si sentono spesso sfidati a essere perfetti e osservati dal mondo intero e quindi impongono ai figli stili di vita pesanti, per renderli dei piccoli capolavori. Quando poi vedono che tale fine non è facile da raggiunger­e, spesso gettano la spugna e lasciano i figli un po’ al loro destino, accampando che ora sono grandi e capaci di muoversi in autonomia. I nonni invece sono ricchi di tempo e sanno gestirlo in modo simpatico. Hanno riserve quasi inesauribi­li di pazienza e risultano in genere ansiolitic­i: hanno capito abbastanza come funziona il mondo e che non occorre prendersel­a per le cose che non si possono cambiare. Hanno anche ormai la sicurezza della pensione e non soffrono più dei colpi di fulmine degli innamorame­nti improvvisi che ti ribaltano la vita. Sarà che con l’età si torna bambini, però spesso li vediamo giocare alla pari con i loro nipoti, con evidente divertimen­to e soddisfazi­one da entrambe le parti. I nonni sono poi dei veri guru in quanto a ecologia: sanno risparmiar­e sulla corrente, sulla benzina, sulla spesa, riciclano tutto il cibo senza sprecarlo e non buttano via le cose vecchie senza aver provato a ripararle. Sorridono davanti alle date di scadenza degli alimenti e li sanno cucinare in un modo prelibato, con invidia di tanti genitori e ristoranti. I nonni hanno anche quella marcia in più che è la fede. Conoscono la dottrina e il catechismo, i comandamen­ti e i peccati capitali. Sanno raccontare le vite dei santi come fossero eroi, altro che calciatori e cantanti. Pregano il rosario e vanno a Messa, anche se acciaccati. Insomma: viva i nonni.

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