Corriere del Trentino

Scout evacuati, la sindaca avverte «Nei campi serve più sicurezza»

- Chiara Marsilli

TRENTO Per molti di loro resterà un aneddoto da raccontare a casa. Gli scout sorpresi dal maltempo in Val Daone sono già tornati a casa, in Lombardia. «Il prato dove avevano piantato il campo era più simile a una piscina che ad altro — commenta la sindaca di Val Daone Ketty Pellizzaro — Per questo ieri quando i Vigili ci hanno allertato della situazione abbiamo aperto volentieri le porte del municipio. Al piano terra ci sono alcune sale e una cucina che solitament­e mettiamo a disposizio­ne delle associazio­ni. I ragazzi hanno mangiato e trascorso la notte lì, facendo le valigie. Ieri (venerdì per chi legge, ndr) era il loro ultimo giorno». Insomma, un’insolita avventura a lieto fine ma che poteva avere conseguenz­e decisament­e più spiacevoli e che solleva un tema altrettant­o delicato. «I campi dove questi ragazzi piantano le tende sono prati privati, che il Comune si limita a certificar­e quando ci sono le fognature. Ma la manutenzio­ne del terreno sta ai proprietar­i — spiega ancora Pellizzari — Questi spazi, ogni settimana e per tutta l’estate, ospitano moltissimi gruppi di scout. Se ci saranno altre situazioni di emergenza li ospiteremo ancora nei nostri spazi» rassicura infine la sindaca. Ma le preoccupaz­ioni non riguardano solo le condizioni di sicurezza degli accampamen­ti. «I ragazzi vengono portati in montagna senza le giuste condizioni di sicurezza. Molti gruppi sono lasciati in giro per i sentieri con un solo cellulare che devono tenere spento e accendere solo in caso di estrema necessità, quindi non è possibile rintraccia­rli in alcun modo» critica Pellizzari. In Val di Fassa invece i problemi legati al maltempo hanno riguardato strade, già ripristina­te, e le onde di piena di alcuni torrenti. «Un miracolo che a Vigo non sia esondato nulla — commenta Giancarlo Pederiva, responsabi­le dei Vigili del Fuoco Volontari della Val di Fassa — Fenomeni del genere sono sempre accaduti, ma ora il territorio è indebolito nei suoi equilibri» spiega Pederiva. Vaia, frane, edilizia non rispettosa delle aree di rischio: la natura presenta il conto. Per proteggers­i «impossibil­e pensare a briglie diffuse su tutto il territorio: prudenza e rispetto della montagna restano le soluzioni più efficaci».

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Bomba d’acqua Gli effetti delle piogge di ieri in Val Daone

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