Referendum sul biodistretto, parte la raccolta firme
Il comitato promotore deposita il quesito. Giuliani: «Troppo lunghi i tempi della politica»
TRENTO È stato presentato venerdì in consiglio provinciale il quesito referendario per far diventare il Trentino «distretto biologico», cosicché modifichi le attuali dinamiche di coltivazione, allevamento e produzione alimentare, ispirato dalla tutela della salute, dell’ambiente e della biodiversità. «“Affinché ci sia una conversione biologica, dev’essere socialmente interessante” avrebbe detto Alexander Langer» rimarca Andreas Fernandez, del Comitato promotore.
Voler essere bio-distretto vuol dire innanzitutto accorgersi della presenza di pesticidi non solo nelle coltivazioni, ma anche nei ghiacciai e nei fiumi. Ana Dallapiccola, di Caldonazzo, madre di due figli, s’è fatta promotrice del referendum spinta dai dubbi sulla gestione delle mono-culture di mela vicine all’asilo. Diversi agricoltori della Val di Non hanno preso a cuore l’iniziativa perché vorrebbero che i territori agricoli fossero anche luoghi di vita sociale e turismo. Con loro sono portatori di questa istanza diversi residenti di Arco, Trento, Mezzolombardo, Rovereto, Lona-Lases, Ton e Avio.
Il cammino è quello della discussione sociale, che porti a comprendere che la transizione eco-sostenibile interessa l’intera popolazione. Per questo il mezzo scelto è il referendum propositivo, che dovrà raccogliere 8000 firme e, una volta approvato dal Consiglio Provinciale, coinvolgere almeno 180 mila persone, più del 40% degli aventi diritto al voto in Trentino. La politica locale si occuperà in un secondo momento di tradurre in norma le istanze referendarie, secondo le proprie modalità di lavoro.
I principi contenuti nel Manifesto del Comitato promotore del referendum sono il rispetto dell’ambiente, la cura della bio-diversità e delle specie animali autoctone, naturalmente integrate nel contesto ambientale trentino. Tutto questo coinvolge anche la ripopolazione e la riqualificazione delle zone montane, la valorizzazione del turismo e il miglioramento della qualità di vita. Se verrà portato a termine Il comitato ha presentato in consiglio provinciale il quesito del referendum propositivo
Ora serviranno 8.000 firme per guadagnare l’attenzione dell’assemblea approvare il provvedimento di legge l’iter giuridico-politico, potrà iniziare una riflessione sulla sostenibilità in ogni comunità locale, che darà risposte autonome alle istanze presentate dal referendum.
Un distretto biologico già esiste, e si trova in India. Fabio Giuliani, referente del Comitato, spiega: «Aspettare i tempi della politica sarebbe stato troppo lungo. Quando abbiamo scoperto del bio-distretto indiano nello Stato del Sikkim abbiamo pensato di applicarlo in Trentino». Anche in Svizzera si è tenuto un referendum propositivo su questo tema nel 2018, il quale non è andato a buon fine perché la Svizzera ha cambiato la propria legislazione in anticipo rispetto al voto, verso l’agricoltura sostenibile.