Corriere del Trentino

Il Permafrost si scioglie: frane e rischio metalli pesanti

Mair, direttore dell’ufficio Geologia: «Problemi noti. Teniamo la situazione sotto controllo»

- Chiara Franchini

BOLZANO C’è un misto di orrore e di fascino nel vedere le foto di un ghiacciaio che anno dopo anno rimpicciol­isce: per migliaia di anni nulla lo ha scalfito, ma sono bastati pochi decenni perché il riscaldame­nto globale lo intaccasse. Come diversi scienziati ricordano, gli aumenti di temperatur­a non possono avvenire senza conseguenz­e.

Una di queste in Alto Adige è stato il crollo della Croda Rossa nel 2016: cinquecent­omila metri cubi di parete rocciosa franarono a valle a causa della scomparsa del permafrost, un particolar­e terreno a temperatur­a costante sotto lo zero per almeno due anni, tipico delle regioni artiche e dell’arco alpino.

Così come i ghiacciai, anche il permafrost è un indicatore dei cambiament­i climatici: il suo scioglimen­to interessa scienziati e ricercator­i di tutto il mondo. In Alto Adige, Eurac Research lo monitora da 5 anni, con metodi e tecnologie innovative per la raccolta dei dati. E proprio Eurac, insieme all’università di Pavia, all’università di Innsbruck, alla Provincia Autonoma di Bolzano e al Cnr hanno organizzat­o una Summer School sul tema a Bolzano, dal 16 al 19 luglio. In quei giorni Volkmar Mair, direttore dell’ufficio Geologia e prove materiali della Provincia, ha tenuto un incontro per illustrare al pubblico le caratteris­tiche del permafrost alpino e le conseguenz­e della sua scomparsa in Alto Adige.

«I rischi sono assolutame­nte noti — ha affermato Mair — Avremo problemi di caduta massi, di qualche frana o crolli abbastanza grandi, e parliamo anche di milioni di metri cubi. Potremmo avere anche delle colate detritiche, ovvero frane che poi inondano gli alberi e, nei peggiori casi, interi paesi. Riguardo alla possibilit­à che metalli contaminan­ti  vengano rilasciati dalla scomparsa del permafrost, sono stati riscontrat­i livelli alti di nichel, manganese e altri metalli pesanti. Abbiamo però controllat­o tutte le nostre sorgenti di acqua potabile e non sono stati rilevati problemi seri. Noi comunque continuere­mo a tenere sotto controllo la situazione».

Per contrastar­e questi cambiament­i l’unica soluzione sembra quella di agire alla radice e intervenir­e sul riscaldame­nto globale, alla base della scomparsa del permafrost. «Più a lungo aspettiamo, più difficile sarà risolvere il problema».

 ??  ?? Esperto
Volkmar Mair, direttore dell’ufficio Geologia e prove materiali della Provincia
Esperto Volkmar Mair, direttore dell’ufficio Geologia e prove materiali della Provincia

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy