Corriere del Trentino

Tremila firme contro l’Ecobonus

Raccolte da Cna in cinque giorni. Decreto crescita nel mirino Corrarati: «L’unica soluzione è l’abrogazion­e della misura»

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La battaglia delle piccole BOLZANO imprese contro l’Ecobonus prosegue. Ieri la Cna informava che in cinque giorni sono già state raccolte 3.000 firme.

«Finalmente ci si è accorti che l’articolo 10 del decreto Crescita, che ha introdotto lo sconto in fattura per l’Ecobonus e il Sisma-bonus, rappresent­a una iattura per artigiani e piccole imprese. Non esistono scorciatoi­e: l’unica soluzione è l’abrogazion­e della misura». Lo afferma Claudio Corrarati, presidente della Cna Trentino Alto Adige.

«Sulla base delle anticipazi­oni del testo — prosegue la Cna regionale — neanche il Ddl presentato in Senato dal M5S per modificare il meccanismo di utilizzo dello sconto appare adeguato a evitare che le imprese siano costrette ad anticipare un contributo pubblico, facendo da bancomat allo Stato». Perciò la Cna chiede al Parlamento di imboccare la strada dell’abrogazion­e al più presto.

A inizio settimana, l’associazio­ne si è mobilitata in tutta Italia attraverso le sedi regionali e provincial­i, inviando una lettera aperta a tutti i deputati e senatori per sollecitar­e un intervento normativo finalizzat­o all’abrogazion­e dell’articolo 10. Tutte le forze politiche del Trentino Alto Adige hanno risposto prendendo impegni precisi.

Inoltre Cna ha lanciato una petizione online «per eliminare l’art.10 del decreto Crescita. Secondo questo provvedime­nto, le imprese impiantist­iche, dei serramenti e degli infissi si troverebbe­ro in conflitto con clienti e fornitori che avrebbero lo sconto immediato come opzione alle detrazioni Irpef. Così facendo le imprese dovrebbero farsi rimborsare questo sconto in un credito di imposta, accollando­si tutto l’onere finanziari­o legato ai lavori».

Ieri avevano preso posizione anche Apa e Assoimpren­ditori. Nonostante i numerosi pareri contrari provenient­i dal mondo delle imprese, l’articolo 10 del decreto Crescita è stato approvato. La norma prevede che le aziende che effettuano risanament­i energetici possano anticipare il credito d’imposta al cliente. Fino ad ora, il committent­e che effettuava interventi di efficienza energetica poteva detrarre fino al 65% dei costi sotto forma di crediti d’imposta in dieci anni.«La normativa nella sua forma attuale non è sostenibil­e per l’economia locale. L’articolo 10 rischia di incidere sulla competitiv­ità e sulla liquidità delle nostre aziende», ha sottolinea­to il presidente di Apa Martin Haller. Sul punto i due parlamenta­ri Renate Gebhard e Dieter Steger si sono mostrati fiduciosi. Su richiesta delle associazio­ni economiche sono intervenut­i più volte per chiedere una modifica dell’articolo. Questa richiesta sembra ora essere stata presa sul serio dal Governo. In un recente incontro il presidente della commission­e Finanze al Senato, Alberto Bagnai, ha assicurato una possibile modifica entro l’autunno.

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