LA GRANDE STRADA DELLE DOLOMITI
Esce, per la prima volta in edizione italiana, nella collana di Nuovi Sentieri Editore per iniziativa dell’Istituto Culturale Ladino di Fassa, con il patrocinio della Fondazione Dolomiti Unesco, un grande classico della letteratura di montagna, opera di Karl Felix Wolff, pubblicata nel 1908 col titolo La Grande Strada delle Dolomiti. Il volume esce in occasione dell’apertura della grande strada delle Dolomiti.
Le Dolomiti erano già da tempo meta di appassionati alpinisti. Fu in quel periodo che tra i monti delle Dolomiti vennero aperte alcune strade carrozzabili, come ad esempio il collegamento fra la val d’Ega e la valle di Fassa nel 1895 o la strada d’accesso alla val Badia nel 1893. È da notare che la zona rappresentava il confine meridionale dell’impero austro-ungarico, e quindi l’obiettivo prioritario era che ci fosse una strada che potesse servire a scopo militare. Ma non solo: anche il Club Alpino austro-tedesco, le cui sezioni avevano già dato una importante spinta alla costruzione di rifugi in quota, sosteneva
con forza la realizzazione di una carrozzabile fra Bolzano e Cortina. Fu in particolare Theodor Christomannos, a comprendere l’importanza di una strada che non servisse solo da accesso alle singole valli, ma che fosse in grado di collegare tutta l’area dolomitica.
L’opera di Wolff è molto più di una tradizionale guida per alpinisti ed escursionisti: il territorio delle Dolomiti è accuratamente descritto nei suoi aspetti morfologici, geologici e antropici, costituendo un compendio magistrale e appassionato di storia culturale della regione con un ricco corredo di annotazioni su lingua, toponomastica, leggende e tradizioni dei Ladini delle Dolomiti di Fassa, notizie che saranno in nuce la trama delle sue famosissime leggende delle Dolomiti. L’opera che l’Istituto Culturale Ladino di Fassa ha presentato, in traduzione, il 13 luglio 2019 (110 anni dall’inaugurazione). La presentazione si è avvalsa della partecipazione di: Ulrike Kindl e Fabio Chiocchetti, curatori, Isabella Ferron, traduttrice, Paul Videsott, Università di Bolzano, cattedra di ladinistica, Cesare Poppi, antropologo, Guido Roghi, Istituto di Geoscienze e Georisorse Padova.
Si tratta di un volume ricco di informazioni e illustrazioni dovute, in parte, al fratello di Karl Felix Wolff, Richard Wolff, arricchiti, nella edizione italiana, da disegni di R.A Hoger, fotografie di Franz Dantone , ricerche sugli originali introvabili del fotografo Wilhelm Müller di Bolzano.
L’opera doveva uscire in lingua tedesca in due volumi, ma ne fu pubblicato solo il primo a causa dei sopravvenuti eventi bellici. Il testo italiano presenta la traduzione di tutto il primo volume con il compendio di un capitolo che doveva far parte del secondo volume e che riguarda la Marmolada, mai pubblicato nemmeno in lingua tedesca.
Particolarmente pregevole l’opera di traduzione-trasposizione in lingua italiana attuale di un elaborato in tedesco del 1900, con trascrizione, speso fonetiche, dei termini della antica lingua ladina di Fassa.