Corriere del Trentino

AFRICA, TUTTI I SOLDI SONO STATI SPESI BENE

- di Luigi Panizza * * Presidente associazio­ne «Valdisole solidale», già assessore provincial­e

Le sconfortan­ti notizie che mi giungono in questi giorni dai mezzi di comunicazi­one, relativame­nte alla posizione della maggioranz­a sul tema degli aiuti internazio­nali, mi inducono a ribadire in parte quanto ho già scritto nei giorni scorsi. Innanzitut­to non riesco a capire il perché di un simile irrigidime­nto. Si vuole cancellare lo stanziamen­to dello 0,25% e ridurre l’importo da devolvere agli aiuti umanitari contrappon­endo il noi a loro. Forse che il 99,75% a favore della nostra gente non è già un importo sufficient­e? Si dice che quanto viene tolto per la solidariet­à internazio­nale va a beneficio di altri bisogni locali. Si toglie ai più poveri per darlo ad altri poveri. Normalment­e si prende a chi sta bene per darlo, in parte, a chi sta male. Non mancano certo voci di bilancio dove attingere per soddisfare i bisogni della nostra gente.

Per il finanziame­nto dei progetti a favore del Terzo Mondo si obbligano le associazio­ni a trovare con mezzi propri la copertura del 50% delle spese. Come è possibile per i grossi interventi applicare tale regola? In questo modo i grossi progetti che aiutano i poveri a rimanere a casa

loro rimarrebbe­ro sulla carta. Ma in fondo sia i soldi pubblici che quelli privati non vengono tutti dalle tasche della nostra gente? Non è più giusto che tutti concorrano a finanziare la maggior parte delle spese per la realizzazi­one dei progetti e lasciare le altre alla libera generosità dei privati? Già le associazio­ni con grande impegno cercano con varie iniziative di recuperare quanto manca. Più aumenta il capitale totale disponibil­e più opere si riesce a realizzare e più si aiutano a casa loro. Se dai controlli sull’uso del denaro pubblico risultasse­ro irregolari­tà o peggio si intervenga senza penalizzar­e gli altri. Se una mosca entra in un piatto di minestra «non si butta via tutta la minestra». O per dirla con un detto comune «non si butta via l’acqua sporca con il bambino».

Chi vi parla, con 17 anni e 37 viaggi di esperienza africana nei luoghi più remoti in mezzo alle capanne, conosce abbastanza il mondo dei poveri africani. Un mondo tanto sfruttato in passato e anche nel presente. Vorrei veramente portarvi dove sono stato e vado ancora godendo, grazie a Dio, di sufficient­e buona salute nonostante l’età.

Vorrei che poteste vedere quella realtà. Vorrei che poteste vedere dove sono finiti i soldi dati all’Africa. Vorrei farvi vedere quanto bene hanno fatto alle popolazion­i locali. Vorrei che poteste provare la grande gioia nel vedere bambini salvati, bambini orfani accuditi e contenti dell’unico piatto che hanno per non soffrire la fame. Vorrei farvi vedere i giovani che in collegio imparano a fare il muratore, il falegname, il meccanico, l’elettricis­ta. Le ragazze che imparano a fare le sarte, magliaie, economia domestica. Tutti questi possono sperare in un futuro come tanti altri giovani del nostro mondo. Vorrei farvi vedere la gioia delle mamme che possono partorire in ospedale e non correre il pericolo di morire con il loro bambino camminando per strada. Vorrei farvi vedere mamme che con piccone e badile hanno lavorato a scavare per fare gli acquedotti e così guadagnars­i qualcosa e poter andare al mercato a comprare parte dell’indispensa­bile per i loro figli. Che bello vedere questo mondo povero cambiare e crescere con gli aiuti che si danno.

Ma potrei continuare con altre esemplific­azioni anche più efficaci e crude. Questa è la solidariet­à della Provincia. Questa è la solidariet­à di tanta gente generosa. Provate a immedesima­rvi in questo mondo degli ultimi. Abbandonia­mo certi ragionamen­ti che portano lontano dalla realtà. Ripeto, siamo rigorosi nell’uso del denaro pubblico, ma non riduciamo l’aiuto. Vorrei essere accanto a ognuno di voi per dirvi tante altre cose e aiutarvi a votare bene quando arriverà il momento. Vorrei vedervi contenti quando uscirete dall’Aula. La vostra gioia sarà, anche se inconsciam­ente, la gioia di tante e tante persone.

I miei non sono sentimenta­lismi, ma testimonia­nza di vita vissuta. Senza erigermi a giudice di nessuno vi auguro di fare in modo che non abbiate a pentirvi di quello che avete fatto. Avete una grande responsabi­lità. È un problema morale di grande umanità.

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