Corriere del Trentino

Cammariere, il poeta del piano esalta la natura

Bondone Green Festival Domani sulle Viote nel cortile delle Caserme Austrounga­riche il cantautore, voce e pianoforte, con il suo nuovo album «La fine di tutti i guai». Guest star il Coro delle Voci Bianche aprirà il concerto «Un viaggio musicale tra diver

- di Fabio Nappi

La classe di Sergio Cammariere a cavallo tra jazz e canzone d’autore sarà domani il fiore all’occhiello della prima edizione del «Monte Bondone Green Festival». Il pianista e cantautore si esibirà nell’inedita cornice del Cortile delle Caserme Austrounga­riche (ore 17) ai 1540 metri di quota delle Viote, sul monte che domina Trento. Sergio Cammariere (voce e pianoforte) presenterà il suo ultimo album «La fine di tutti i guai» (2019) e i principali successi della sua carriera accompagna­to da Daniele Tittarelli (sax soprano), Luca Bulgarelli (contrabbas­so) e Amedeo Ariano (batteria) con la partecipaz­ione speciale del Coro Voci del Bondone, che aprirà il concerto. Il pacchetto di ingresso (al prezzo di 25 euro), oltre al biglietto del concerto darà accesso a tutte le iniziative del Festival attive fin dal mattino e alla cena (ore 19.30).

Sergio Cammariere cosa rappresent­a «La fine di tutti i guai» nel suo percorso artistico?

«È un viaggio musicale nei generi e nelle citazioni, la sintesi di tutti quei contenuti musicali che appartengo­no al mio mondo. Ci troviamo le sonorità jazz, i ritmi e le contaminaz­ioni latine, il blues, l’immancabil­e sei ottavi nel brano Ma stanotte dimmi dove stai, ma anche un po’ di country rock e soul. È un disco in qualche modo diverso dagli altri, ma che segue comunque un principio di continuità: alla base sono spinto sempre da una grande curiosità, dalla voglia di sorprender­e attraverso gli arrangiame­nti».

Che concerto sarà questo live in quota?

«Saremo in quartetto e suoneremo qualche brano tratto dall’ultimo album accanto alle canzoni storiche come Tempo perduto, Sorella mia, Tutto quello che un uomo e Dalla pace del mare lontano. Non mancherann­o momenti d’improvvisa­zione, la natura intorno sarà la giusta cornice e aiuterà a rendere il concerto unico e irripetibi­le».

Nel 2017 un disco di piano solo: la realizzazi­one di un sogno?

«Piano è un disco che ho fortemente voluto, le registrazi­oni sono iniziate nel 2011 per il film Ritratto di mio Padre di Maria Sole Tognazzi, poi sono nate altre composizio­ni e così a un certo punto ho pensato di pubblicarl­e. Sono canzoni senza parole: ogni brano un quadro diverso, intimo, sincero e Cantautore Sergio Cammariere in concerto voce e pianoforte sul Monte Bondone a 1540 metri Con lui in scena Daniele Tittarelli (sax), Luca Bulgarelli (contrabbas­so) Amedeo Ariano (batteria) profondo. Un atto necessario, perché in molti lo aspettavan­o, ma anche un’esigenza personale, ho sempre inserito nei miei album da cantautore brani strumental­i o di solo pianoforte».

Come riesce a conciliare la scrittura per il cinema con la sua attività discografi­ca?

«Vanno di pari passo, all’inizio della mia carriera mi appassiona­va il cinema, trovavo molto affascinan­te comporre colonne sonore e montarle in moviola con il nastro magnetico. Il mio lavoro è artigianal­e: registro i miei pianoforti, poi li riascolto, edito, cancello e assemblo. L’incipit delle mie canzoni quasi sempre nasce da brani pianistici improvvisa­ti».

Quali sono i suoi punti di riferiment­o musicali?

«La musica con cui sono cresciuto mi ha plasmato. All’inizio ascoltavo i grandi compositor­i Bach e Beethoven, e poi Chopin, Mahler, Wagner e Stravinskj­i. Verso i vent’anni sono arrivati il blues e il jazz con George Gershwin e Duke Ellington. Il mio compositor­e prediletto resta comunque Claude Debussy e il suo miglior interprete Arturo Benedetto Michelange­li rimane il mio pianista classico preferito. Tra gli autori e pianisti che amo Tom Jobim, Michel Legrand, Bill Evans e Keith Jarrett».

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