Cammariere, il poeta del piano esalta la natura
Bondone Green Festival Domani sulle Viote nel cortile delle Caserme Austroungariche il cantautore, voce e pianoforte, con il suo nuovo album «La fine di tutti i guai». Guest star il Coro delle Voci Bianche aprirà il concerto «Un viaggio musicale tra diver
La classe di Sergio Cammariere a cavallo tra jazz e canzone d’autore sarà domani il fiore all’occhiello della prima edizione del «Monte Bondone Green Festival». Il pianista e cantautore si esibirà nell’inedita cornice del Cortile delle Caserme Austroungariche (ore 17) ai 1540 metri di quota delle Viote, sul monte che domina Trento. Sergio Cammariere (voce e pianoforte) presenterà il suo ultimo album «La fine di tutti i guai» (2019) e i principali successi della sua carriera accompagnato da Daniele Tittarelli (sax soprano), Luca Bulgarelli (contrabbasso) e Amedeo Ariano (batteria) con la partecipazione speciale del Coro Voci del Bondone, che aprirà il concerto. Il pacchetto di ingresso (al prezzo di 25 euro), oltre al biglietto del concerto darà accesso a tutte le iniziative del Festival attive fin dal mattino e alla cena (ore 19.30).
Sergio Cammariere cosa rappresenta «La fine di tutti i guai» nel suo percorso artistico?
«È un viaggio musicale nei generi e nelle citazioni, la sintesi di tutti quei contenuti musicali che appartengono al mio mondo. Ci troviamo le sonorità jazz, i ritmi e le contaminazioni latine, il blues, l’immancabile sei ottavi nel brano Ma stanotte dimmi dove stai, ma anche un po’ di country rock e soul. È un disco in qualche modo diverso dagli altri, ma che segue comunque un principio di continuità: alla base sono spinto sempre da una grande curiosità, dalla voglia di sorprendere attraverso gli arrangiamenti».
Che concerto sarà questo live in quota?
«Saremo in quartetto e suoneremo qualche brano tratto dall’ultimo album accanto alle canzoni storiche come Tempo perduto, Sorella mia, Tutto quello che un uomo e Dalla pace del mare lontano. Non mancheranno momenti d’improvvisazione, la natura intorno sarà la giusta cornice e aiuterà a rendere il concerto unico e irripetibile».
Nel 2017 un disco di piano solo: la realizzazione di un sogno?
«Piano è un disco che ho fortemente voluto, le registrazioni sono iniziate nel 2011 per il film Ritratto di mio Padre di Maria Sole Tognazzi, poi sono nate altre composizioni e così a un certo punto ho pensato di pubblicarle. Sono canzoni senza parole: ogni brano un quadro diverso, intimo, sincero e Cantautore Sergio Cammariere in concerto voce e pianoforte sul Monte Bondone a 1540 metri Con lui in scena Daniele Tittarelli (sax), Luca Bulgarelli (contrabbasso) Amedeo Ariano (batteria) profondo. Un atto necessario, perché in molti lo aspettavano, ma anche un’esigenza personale, ho sempre inserito nei miei album da cantautore brani strumentali o di solo pianoforte».
Come riesce a conciliare la scrittura per il cinema con la sua attività discografica?
«Vanno di pari passo, all’inizio della mia carriera mi appassionava il cinema, trovavo molto affascinante comporre colonne sonore e montarle in moviola con il nastro magnetico. Il mio lavoro è artigianale: registro i miei pianoforti, poi li riascolto, edito, cancello e assemblo. L’incipit delle mie canzoni quasi sempre nasce da brani pianistici improvvisati».
Quali sono i suoi punti di riferimento musicali?
«La musica con cui sono cresciuto mi ha plasmato. All’inizio ascoltavo i grandi compositori Bach e Beethoven, e poi Chopin, Mahler, Wagner e Stravinskji. Verso i vent’anni sono arrivati il blues e il jazz con George Gershwin e Duke Ellington. Il mio compositore prediletto resta comunque Claude Debussy e il suo miglior interprete Arturo Benedetto Michelangeli rimane il mio pianista classico preferito. Tra gli autori e pianisti che amo Tom Jobim, Michel Legrand, Bill Evans e Keith Jarrett».