L’Università si muove «Ex Cte, via ai lavori»
Il cantiere dell’ateneo incombe. E per le fiere serve una sede provvisoria
«Siamo in fase di affidamento della progettazione esecutiva del piano interrato dell’ex Cte». Lo annuncia il rettore dell’ateneo trentino Paolo Collini. Un passaggio che riapre il problema dell’individuazione di una sede provvisoria per le fiere ospitate in via Briamasco. «Ne abbiamo parlato recentemente in giunta» spiega l’assessore Alberto Salizzoni.
Non c’è solo la questione riguardante gli spazi del Cibio tra le partite immobiliari aperte per l’ateneo trentino. Fra le più annose una menzione speciale spetta sicuramente all’ex Cte, l’area del Centro Trentino esposizioni che l’università ha acquistato da Patrimonio del Trentino per 11 milioni di euro: «Siamo in fase di affidamento della progettazione esecutiva del piano interrato» annuncia il rettore Paolo Collini. E alla ribalta torna così il tema dell’individuazione di una collocazione provvisoria per le fiere ospitate finora in via Briamasco a Trento.
«Abbiamo messo sul tavolo il problema recentemente in giunta» conferma l’assessore comunale all’urbanistica Alberto Salizzoni. Il problema appunto, ma non le soluzioni.
«Il Cte è nostro — sottolinea Collini — ci siamo impegnati a garantire lo svolgimento dell’attività espositiva per due anni al piano terra e al piano interrato fino a quando non apriremo il cantiere». Il che potrebbe avvenire fra circa un anno: «Siamo in fase di affidamento della progettazione esecutiva dell’area ristorazione» precisa il rettore. Ci sono poche speranze che quei due anni possano essere prolungati: l’università attende da tempo che la partita si sblocchi ed è intervenuta a più riprese per sollecitare l’amministrazione comunale.
«L’ateneo sta seguendo una road map concordata — sottolinea l’assessore alle politiche economiche di Palazzo Thun Roberto Stanchina — la priorità a ogni modo non è tanto il Cte, quanto lo sbloccarsi dell’ex Italcementi: gli spazi espositivi in via Briamasco verranno dimezzati e poi ci saranno solo due anni per utilizzarli, va accelerata l’azione sulla Destra Adige».
È lì, infatti, che è destinato a sorgere il nuovo centro espositivo e polifunzionale cittadino. «La scala ragionevole della tempistica è nell’ordine dei 5/10 anni» evidenzia però Salizzoni. Risulta dunque impossibile, nei due anni concessi dall’università, approvare il piano guida e realizzare il nuovo polo espositivo sull’altra sponda del fiume Adige. «Valutiamo l’opzione di procedere per lotti, lavorando per primo su quello che deve ospitare il nuovo polo — rilancia Stanchina — stiamo parlando di un quartiere della città e da che mondo è mondo i rioni nascono un po’ alla volta. Penso si possa individuare un percorso con le priorità e visto che andiamo a perdere l’esistente in via Briamasco penso si debba partire dal polo espositivo, data anche la richiesta forte che arriva da più parti all’amministrazione».
Rimane il fatto che con ogni probabilità una collocazione provvisoria la si dovrà trovare: si era parlato, in passato, del piazzale Sanseverino, ma a Salizzoni sembra «difficile, si perderebbe un parcheggio importante». L’altra ipotesi era proprio la Destra Adige, cioè l’area dove sorgerà la struttura definitiva: «Patrimonio del Trentino non prevede un insediamento provvisorio, irrigidirebbe i cantieramenti sulla zona» aggiunge Salizzoni. Ci sarà da ragionare, dunque, su strade alternative. «Invito alla riflessione e a concordare una soluzione con tutti gli enti preposti» sollecita Stanchina. Per ora, quindi, una destinazione per le fiere non c’è.
Non solo: se il Cibio dovesse essere effettivamente trasferito a Rovereto, lo spazio originariamente previsto per il centro di ricerca in Destra Adige, accanto allo studentato, rimarrebbe vuoto. «Ragioneremo insieme al Comune — fa sapere Collini — con l’amministrazione abbiamo diverse questioni da chiudere, rimane ancora in sospeso ad esempio il destino del piazzale Sanseverino». Anche in questo caso la proprietà è dell’ateneo: «La nostra idea è immaginare una porta d’ingresso alla città alla luce del nuovo parcheggio di attestamento da 1.500 posti che verrà realizzato in Destra Adige e la passerella sul fiume che condurrà in via Verdi — conclude il rettore — sarebbe bello creare una sorta di vetrina su tutte le opportunità che il sistema trentino del turismo offre ad esempio. Le possibilità sono diverse, pensiamo di poter dare il nostro contributo».
Salizzoni Il polo pronto in Destra Adige? In cinque o dieci anni
Stanchina Le fiere sono una priorità, si lavori per lotti dopo il piano guida