Corriere del Trentino

Alto Adige, categorie contro Isa

Industrial­i, artigiani e Confeserce­nti: fronte comune con i commercial­isti Zago: gli strumenti per sostituire gli studi di settore devono essere facoltativ­i

- E. Orf.

BOLZANO L’economia altoatesin­a fa fronte comune con i commercial­isti per protestare contro i modelli Isa. Gli strumenti pensati per sostituire gli studi di settore, infatti, hanno molti problemi e perciò si chiede al governo un’applicazio­ne facoltativ­a per il primo anno.

Gli indici sintetici di affidabili­tà (Isa), come prima gli studi di settore, dicono se la singola azienda paga le giuste tasse o meno. I commercial­isti da mesi segnalano moltissime anomalie e malfunzion­amenti, a partire dai ritardi nella diffusione del software che serve a calcolarli. Dal primo luglio l’applicazio­ne è stata spostata al 30 settembre, ma per il primo anno bisognereb­be rendere facoltativ­a l’applicazio­ne. Ad accompagna­re questa richiesta in Alto Adige è ora un ampio fronte di associazio­ni datoriali: Assoimpren­ditori, Cna, Rete Economia-Wirtschaft­snetz e Confeserce­nti hanno aderito all’appello rivolto al prossimo governo in via di formazione.

«Serve un intervento normativo che disponga, con urgenza, il carattere meramente facoltativ­o dell’applicazio­ne degli Isa» afferma Claudio Zago, presidente dell’Ordine dei commercial­isti di Bolzano.

«Anche in ambito fiscale servono regole chiare e facilmente applicabil­i, che semplifich­ino il lavoro di imprese e profession­isti — dice il presidente di Assoimpren­ditori Federico Giudiceand­rea —. Viste le attuali difficoltà di implementa­zione degli indici di affidabili­tà fiscale, contiamo che almeno per il 2018 si decida per un loro utilizzo in via solo opzionale».

«Tutte le associazio­ni di categoria a fine luglio hanno illustrato le criticità che emergono dalla prima applicazio­ne degli Isa — commenta Claudio Corrarati, presidente di Cna e portavoce di Rete Economia —. Le imprese, soprattutt­o quelle micro e piccole, chiedono chiarezza procedural­e che si traduca in importi certi da versare dall’erario, senza i quali non si possono programmar­e i bilanci, i costi, gli eventuali investimen­ti. La semplifica­zione fiscale, più volte promessa, non contempla certo la revisione delle procedure e dei parametri ogni due mesi. Così come la digitalizz­azione non può essere imposta alle imprese, se la pubblica amministra­zione non la adotta e mette a punto a sua volta, come accaduto con il software mancante per applicare gli Isa». «La tardiva messa a disposizio­ne del software e il farraginos­o meccanismo di delega per l’accesso ai dati precompila­ti hanno messo in difficoltà i nostri operatori — spiega Federico Tibaldo, presidente di Confeserce­nti —. Questo nuovo adempiment­o è un ulteriore ostacolo».

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Presidente Claudio Zago è il numero uno dei commercial­isti dell’Alto Adige. «Per il primo anno gli indici Isa siano facoltativ­i»

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