Al Museo Lumen a Plan de Corones cinque mostre raccontano volti, natura e peculiarità della montagna
Il Lumen, museo della fotografia di montagna di Brunico è una struttura dall’architettura affascinante a 2.275 metri di quota sulla cima del Plan de Corones, luogo magico tra natura e arte. Il museo dedica quattro piani ai temi alpini in ogni declinazione possibile. Gli oltre 1.800 metri quadrati nel cuore delle Dolomiti altoatesine sono focalizzati sulla montagna catturata dagli obiettivi di fotografi straordinari, per offrire al visitatore un’esperienza a tutto tondo con un ventaglio di cinque mostre temporanee in programma fino al prossimo 13 ottobre. Kurt Moser con il suo
Project lightcatcher (il progetto che cattura la luce) è protagonista quest’anno del programma Artist in residence, che ospita artisti di calibro internazionale partendo dall’esplicito riferimento con cui l’Unesco ha riconosciuto le Dolomiti come fonte di ispirazione artistica. Una magia, quella delle vette altoatesine, che si ritrova nelle storie e nei racconti degli alpinisti che le esplorano, così come nelle leggende popolari che affondano le radici in questi luoghi meravigliosi e, da quasi due secoli, negli scatti di chi ha saputo immortalarne lo splendore. E proprio per fissare in immagini eterne la bellezza e i valori espressi dalle Dolomiti, Lumen invita ogni anno un fotografo ad esplorare e a interpretare il territorio montano attraverso le sue lenti.
Nasce così il «drappeggio» che Kurt Moser, artista residente del 2019, ha condensato nella mostra dedicata ai volti degli ultimi veri contadini di montagna. Una generazione di agricoltori in via di estinzione con una storia e una vita segnate dal duro lavoro nei masi sperduti in luoghi remoti. Esistenze fatte di una quotidianità aspra: visi rugosi e dita deformate dalle attività manuali.
Accanto alla prima mostra trova spazio quella di Heinz
Zak, il fotografo dell’estremo. L’artista, esploratore e alpinista tirolese, considerato tra i più importanti cronisti della
storia dell’arrampicata libera, ha documentato con il suo lavoro a quote estreme e a temperature proibitive le imprese dei migliori free-climbers del mondo, accompagnandoli lungo percorsi impegnativi per raggiungere luoghi solitari e bivaccando con loro nelle notti gelide.
Si intitola Mondo Montagna il progetto che il fotografo di Praga Jaroslav Poncar presenta a Plan de Corones. Un viaggio lungo oltre quattro decenni che attraversa quattro continenti: quelli che l’artista e documentarista ha visitato come freelance per l’agenzia di stampa tedesca Deutsche Presse-Agentur, scandagliando le vette di Africa e Medio Oriente, proseguendo dall’Himalaya al Tibet, dall’India alla Cambogia, specializzandosi in panorami mozzafiato.
Un nome che da solo è già garanzia di qualità firma il percorso espositivo Colors of the mountains: è quello di
National Geographic, partner del Lumen e leader indiscusso nella documentazione fotografica del regno animale e vegetale. La mostra temporanea dedicata ai colori delle montagne parte dalla lettura critica del luogo comune che vuole la rappresentazione cromatica delle vette vincolata a una gamma piuttosto monotona che non si spinge oltre le tonalità di grigio e marrone, se non per toccare gli estremi del bianco e nero.
Gli scatti stupefacenti esposti al Lumen bastano per sfatare questo mito, presentando le vette sotto un nuovo e inatteso universo cromatico: ora illuminate da pennellate poetiche in tinte pastello, ora circondate dai colori vibranti e violenti di tramonti infuocati.
Sempre dedicata ai colori delle montagne, l’ultima esposizione affidata all’associazione Strix che, sotto il nome scientifico dell’allocco, riunisce oltre cento fotografi naturalisti altoatesini. L’obiettivo comune è documentare e interpretare la natura attraverso un nuovo e ricercato linguaggio fotografico.
L’avventura di Lumen si propone però di coinvolgere tutti i sensi, dalla vista al palato. Al termine della visita, gli ospiti potranno rilassarsi nello spazio di cristallo AlpiNN a strapiombo sulla vallata e arredato dal designer di fama internazionale Martino Gamper, dove la ristorazione dello chef pluristellato Norbert Niederkofler saprà stupire con piatti sorprendenti anche i palati più raffinati.