Paneveggio, sentenza contro il Parco «La presidenza andava a Gubert»
Il Consiglio di Stato: «Zortea non aveva depositato il programma»
TRENTO Sono passati 9 anni, con l’iter processuale che ha toccato il ricorso alla Presidenza della Repubblica, il Tar e da ultimo il Consiglio di Stat, ma alla fine Daniele Gubert può considerarsi soddisfatto: aveva ragione lui, aveva torto il Parco di Paneveggio San Martino, che per gli effetti della sentenza depositata giovedì dovrà pure pagare le spese di giudizio che ammontano a 6.000 euro.
I fatti risalgono dunque al 2010, quando Gubert decise di presentarsi per la guida dell’Ente parco. Era rimasto l’unico candidato, aveva presentato dettagliatamente il suo programma di gestione e la sua vittoria era data per scontata. L’assemblea, però, inaspettatamente fece convergere i propri voti su Giacobbe Zortea, candidato «pescato» all’ultimo minuto.
In democrazia va così, decide la maggioranza, sempre che le regole vengono rispettate: «Il signor Zortea era risultato eletto — spiega l’avvocata Maria Cristina Osele, che ha patrocinato Gubert fino alla sentenza del Consiglio di Stato — ma non aveva depositato alcun programma».
Il punto che ha convinto Gubert a rivolgersi alla giustizia è proprio quello del mancato deposito del programma: «Ci siamo rivolti al Capo dello Stato, successivamente l’Ente parco aveva chiesto di ritirare il ricorso e presentarlo al Tar». Tar che lo aveva rigettato: «Aveva dato torto a Gubert, affermando che la norma indica sì il deposito di un programma, ma che questo può essere anche orale ».
Alla sentenza del Tar, Gubert decise di appellarsi, investendo così il Consiglio di Stato: «Si è riunito il 23 luglio e giovedì scorso è uscita la sentenza che ci dà ragione. Non si può procedere con un’elezione in questo modo, se viene richiesto il deposito di un programma si intende un programma scritto»
Oltre a dar ragione al ricorrente, il Consiglio di Stato condanna l’Ente a pagare 6.000 euro per le spese, che potrebbero arrivare a 10.000 con i bolli e la burocrazia accessoria.
«Soldi — spiega l’avvocata — che secondo Daniele Gubert non è giusto siano spesi dal Parco di Paneveggio. A pagare dovrebbero essere quelli che hanno causato la situazione. Noi segnaleremo alla Corte dei Conti un’eventuale pagamento a carico dei bilanci dell’Ente».
Ma l’esborso da parte «di chi ha causato la situazione» potrebbe riguardare anche un possibile risarcimento nei confronti di Daniele Gubert che non è stato eletto alla presidenza del Parco a causa di un mancato rispetto delle regole: «Sul risarcimento danni Daniele Gubert si riserva, valuteremo più avanti».