Tragedia a Campiglio. La vittima è un turista
Brenta: cade per cento metri e muore davanti alla fidanzata
È scivolato mentre stava percorrendo un sentiero sopra Campiglio. È morto così, sotto gli occhi della fidanzata, Massimiliano Caruso, 51enne di Senigallia.
TRENTO Avevano lasciato i panorami dell’Appennino centrale per imbattersi in alcuni dei paesaggi più belli delle Dolomiti di Brenta, ma purtroppo ieri mattina è finita in tragedia la vacanza trentina di due coppie marchigiane. Stavano percorrendo un sentiero molto frequentato sul monte Spinale, sopra Madonna di Campiglio, quando uno di loro — Massimiliano Caruso, 51enne di Senigallia — è scivolato per un centinaio di metri lungo un pendio, morendo sul colpo davanti agli occhi della fidanzata.
Dopo aver attraversato i prati di malga Fevri, a quota 2.000 metri, le due coppie di escursionisti si erano messe in cammino — attorno alle 10.30 — verso le cascate di Vallesinella. Un sentiero con un livello basso di difficoltà — e con uno spettacolare colpo d’occhio sul Brenta — che viene calpestato ogni anno da migliaia di turisti, soprattutto in estate. Privo di salti di roccia scoscesi, si tratta di una vera e propria passeggiata sul monte Spinale. Mentre procedevano a passo lento, però, ad un certo punto il 51enne è inciampato ed è caduto lungo un pendio, davanti agli occhi sgomenti della sua fidanzata e degli altri due compagni. Una distrazione, molto probabilmente, che non ha lasciato scampo all’uomo.
Una volta arrivata la chiavri mata al Numero unico per le emergenze, il coordinatore dell’area operativa del Trentino occidentale del Soccorso alpino ha subito richiesto l’intervento dell’elicottero, che qualche minuto dopo ha verricellato il tecnico addetto e l’equipe medica sul luogo dell’incidente. Ma purtroppo i sanitari non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del turista marchigiano. Così, ricevuto il nullaosta delle autorità, la salma è stata elitrasportata alla camera mortuaria di Madonna di Campiglio, mentre la sua fidanzata e i suoi compagni sono stati accompagnati fino a malga Feper poi essere condotti a valle. Una tragedia, quella di ieri in Brenta, che è subito rimbalzata sui social e che è stata accompagnata dai messaggi di ricordo di Caruso, molto noto a Senigallia per la sua attività di agente di commercio e per la sua presenza nei campionati locali di calcio. «Il gigante buono» era il nome che molti gli avevano bonariamente assegnato.
E sempre nella zona del Brenta, nella serata di venerdì, un’altra coppia era rimasta bloccata a quota 2.700 metri, cavandosela fortunatamente soltanto con un grosso spavento. I due compagni di cordata, un uomo e una donna, stavano procedendo sulla via delle Guide, sul Crozzon di Brenta, quando verso le 20 sono stati sorpresi dal maltempo e non sono stati più in grado di proseguire lungo la via.
A quel punto, con il calare del buio, alla coppia non è rimasta altra alternativa che allertare il Soccorso alpino. A raggiungere i due alpinisti incrodati sono stati i tecnici dell’elisoccorso che nel giro di un’ora li hanno recuperati e portati, incolumi, a Madonna di Campiglio. Tanto spavento, ma per fortuna — almeno in questo caso — senza gravi conseguenze.