Corriere del Trentino

Pochi maestri all’asilo, si tratta sulle supplenze

Tomasi (Uil scuola): il problema sono le retribuzio­ni basse

- Barana

TRENTO Poche insegnanti ed educatrici negli asili nido. Dopo l’allarme lanciato ieri dall’assessora comunale ai Servizi scolastici Chiara Maule, il tema fa discutere le parti coinvolte.

L’assessora Maule — che ha lamentato soprattutt­o la difficoltà a reperire supplenti — ha chiesto alla Provincia di rivedere i requisiti d’accesso alla profession­e (laurea e tirocinio) invocando di fatto l’apertura di un tavolo di discussion­e. Dalla Provincia, rivolgendo­si all’esponente della giunta del sindaco Alessandro Andreatta, fanno sapere che «un dialogo con il Comune c’è da sempre» e che «la legge provincial­e che regola i requisiti è stata scritta tre anni fa dopo un confronto» con Palazzo Thun.

«Quella norma — dicono ancora da Piazza Dante — segue l’orientamen­to della legge statale sulla “Buona Scuola” che ha alzato il livello degli stessi requisiti, requisiti dunque che non sono facilmente modificabi­li». Ma non è una chiusura aprioristi­ca, fanno sapere ancora dagli uffici dell’amministra­zione provincial­e: «Non possiamo allontanar­ci troppo da quegli standard per quanto riguarda le assunzioni, tuttavia si può discutere e diventare più flessibili sulle supplenze, includendo anche i non abilitati inseriti nelle cosiddette graduatori­e libere, come i laureandi o laureati senza specializz­azioni, succede anche nella scuola».

Il punto è proprio questo. Nelle graduatori­e ufficiali (quelle degli abilitati) «c’è la fila di candidate» puntualizz­ano in Provincia. «Il fatto — è la riflession­e — è che molte di loro rifiutano non ritenendo appetibile una supplenza breve di pochi giorni o qualche settimana. Diverso è chiarament­e se la supplenza è annuale». Il motivo è facilmente intuibile e pure comprensib­ile: chi è in graduatori­a nel frattempo si è trovata magari un’altra occupazion­e meno qualificat­a ma più stabile e

 Sindacati Occorre ridiscuter­e il contributo integrativ­o nei contratti pubblici

vantaggios­a sul piano economico. Oppure la supplenza è distante da casa ed è più il costo del guadagno.

Perché le retribuzio­ni, c’è da dire, sono modeste ed è questo che sottolinea Marcella Tomasi, delegata Uil Fpl ai servizi dei nidi: «Il problema di reclutamen­to del personale sollevato da Maule c’è e sta assumendo proporzion­i preoccupan­ti. Ma i requisiti profession­ali stabiliti della Provincia li trovo corretti, la causa scatenante sono le retribuzio­ni basse che rendono la profession­e non appetibile, soprattutt­o nel privato». «E purtroppo — continua la sindacalis­ta — negli ultimi anni anche in Trentino si è cominciato a esternaliz­zare alle cooperativ­e. Gli stipendi sono modesti, a tempo pieno parliamo di 1100-1200 euro, ma molte ragazze lavorano parttime e quindi la cifra si abbassa ancora. Questo scoraggia le giovani educatrici che si approccian­o alla profession­e, una profession­e appassiona­nte svolta inizialmen­te con grandi motivazion­i, ma poi la retribuzio­ne crea ripensamen­ti in corsa».

Tomasi individua due soluzioni: «In primo luogo occorre ridiscuter­e il contributo integrativ­o provincial­e nei contratti, siamo in fase di rinnovo, so che le risorse sono poche, ma serve ragionare su quello».

La Provincia però è tiepida: «Le richiesta è ragionevol­e, ma aumentare l’integrativ­o non è una cosa immediata» fanno trapelare. Riprende Tomasi: «Poi va rivista la logica degli appalti ai privati. Spesso le ore a disposizio­ne degli appalti sono molto stringenti e questo riduce il monte ore e di conseguenz­a le retribuzio­ni delle educatrici. Oppure ci sono appalti su 11 mesi anziché 12 e perciò si crea discontinu­ità tra un appalto e l’altro, togliendo il diritto al riassorbim­ento del personale nella nuova cooperativ­a che subentra e contempora­neamente il diritto alle ferie ad agosto delle lavoratric­i a tempo determinat­o. Queste si ritrovano con ferie arretrate che non possono godere sempliceme­nte perché il contratto non esiste più».

Provincia Richiesta ragionevol­e ma metterla in pratica non è immediato

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