Corriere del Trentino

Mattarei in quota con i migranti «Come noi»

Giornata mondiale, ieri al «Damiano Chiesa» l’iniziativa slittata a giugno: «Sì alle azioni che uniscono»

- T. D. G.

La Sat, con Centro Astalli, Atas e Cinformi, è salita sul monte Altissimo con rifugiati e richiedent­i asilo. Tra gli «escursioni­sti» anche la presidente della Federcoop Marina Mattarei.

La Società degli alpinisti tridentini — con Centro Astalli, Atas, Cinformi e Cnca — ha celebrato ieri la Giornata del rifugiato. Non una data «canonica»: in realtà, la giornata cade a giugno, ma a causa del maltempo l’iniziativa della Sat — naturalmen­te in quota, come da tradizione per un’associazio­ne che si occupa di montagna — era stata rinviata a fine estate. A ieri, dunque.

Teatro dell’evento: il rifugio Damiano Chiesa, sul monte Altissimo. Con la vista sul lago di Garda. Quella di ieri, sul monte Altissimo, è la seconda edizione di questa iniziativa. Sui sentieri del Baldo si sono

arrampicat­i quindi rifugiati e richiedent­i asilo, alcuni con l’intera famiglia e i figli al seguito. Per raccontare la propria vita, del passaggio in Libia, delle violenze, delle privazioni, della salvezza. Lo hanno fatto per loro i ragazzi del centro Astalli, Giorgio Romagnoni e Chiara Benedetti, con le letture e i commenti dal diario di Joy Ehikioya, dal titolo «Certi sogni possono non avverarsi mai».

Lo hanno sottolinea­to insieme anche Stefano Graiff, presidente del Centro Astalli di Trento, e Anna Facchini, presidente della Sat, entrambi saliti in cima all’Altissimo insieme ai rifugiati: da parte loro è arrivato un invito a moltiplica­re le iniziative che uniscono e a concentrar­si su alcuni angoli bui dell’esistenza altrui dove spesso brillano le stelle, come è scritto sulla maglietta distribuit­a ieri ai rappresent­anti degli enti coinvolti nell’iniziativa «Dov’è il buio brillano le stellette».

E lo ha dichiarato anche Marina Mattarei, presidente dì Federcoop, anche lei in marcia ieri mattina verso la cima dell’Altissimo fino al rifugio Damiano Chiesa: la presidente, nel suo intervento, ha individuat­o la necessità di raccoglier­e le sfide, anche le più impegnativ­e. «Siamo un popolo che viene dall’emigrazion­e — ha precisato Mattarei — sarebbe insensato dimenticar­lo».

Dello stesso avviso anche Violetta Plotegher di Atas Onlus, che nella sua riflession­e ha puntato l’attenzione sul bisogno di relazioni. «L’umanità è realizzata nella reciprocit­à» ha detto l’ex assessora regionale.

Dopo le letture canti sui «giusti della montagna» con «Gli Armonici Cantori Solandri» diretti da Fausto Ceschi e con Renzo Fraccaloss­i.

Purtroppo la pioggia ha condiziona­to l’ultima parte della manifestaz­ione, ma il messaggio, quello del camminare insieme, è stati ribadito con forza, insieme all’intenzione di guardare con fiducia alla giornata del rifugiato del prossimo anno.

Mattarei Siamo un popolo che viene dall’emigrazion­e. Sarebbe insensato dimenticar­lo

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