Spesa pubblica per l’infanzia Trentino al top
Asili nidi e scuole dell’infanzia. Trento e provincia vengono promossi dal report 2019 dell’Istat. Mentre in molte zone del Paese i Comuni decentralizzano i servizi ai privati, qui la mano pubblica ancora esiste, resiste ed è prioritaria.
Secondo l’istituto statistico da noi i Comuni spendono mediamente di più rispetto al resto d’Italia per bambino residente, 2.209 euro l’anno (segue la Valle d’Aosta a 2.000). A contribuire soprattutto il Comune di Trento, ma la media è soddisfacente anche in provincia. La spesa pubblica prende in carico il 26,4% dei bambini ed è il dato più alto nel Paese. Numeri incoraggianti e in controtendenza, soprattutto se analizzati nel contesto generale: in Italia la spesa pubblica per gli asilo nido dal 2012 ha smesso di crescere e sono le rette delle famiglie a contribuire a finanziare in maniera corposa i servizi dell’infanzia.
Il Trentino è tra i primi (dopo Valle d’Aosta e Umbria e con l’Emilia Romagna) anche per l’offerta di posti, che supera pienamente il paletto del 33% dei bambini sotto i 3 anni residenti fissato dall’Europa. Se la media italiana è appena del 24%, da noi si attesta sul 35% (quasi il 40% a Trento, poco sotto il 30% in provincia), grazie anche ai servizi integrativi pubblici.
Un’offerta — e anche questo è un dato in controtendenza rispetto a molte altre zone del Paese — che è soprattutto pubblica, per il 73%. Migliore solo il Molise. Un fatto non scontato visto il trend generale: in Italia i Comuni appaltano sempre di più a enti e associazioni private la gestione dei nidi e gli asili a gestione diretta dei Comuni sono meno di quelli appaltati a privati.