Corriere del Trentino

«La promozione sportiva è ben fatta»

- Roat

«Risultato positivo, la classifica dimostra che possiamo crescere anche senza calcio», commenta Diego Mosna.

Il Trentino per la quinta volta vince lo scudetto e torna al vertice del sistema sportivo italiano. L’«Indice di sportività», che analizza la diffusione e la qualità dello sport nelle 107 province italiane, ha premiato la provincia alpina. «È stato premiato lo sport individual­e, ma anche le squadre, come la nostra, hanno fatto la differenza», commenta il presidente del Trentino Volley, Diego Mosna.

Presidente, la provincia alpina è tornata al vertice della classifica elaborata da PtsClas, qual è il segreto di un Trentino così sportivo?

«Quest’indagine è stata fatta sulla reale situazione, sono state premiate le discipline individual­i, ma anche lo sport di squadra. È lo specchio di una tradizione moderna, un tempo era il ciclismo uno degli sport più seguiti a livello nazionale, il Trentino era conosciuto soprattutt­o per le tappe del giro d’Italia, poi c’è stata un’evoluzione. Il territorio è cambiato e da provincia povera si è trasformat­o in una provincia ricca, questo ha contribuit­o alla diffusione dello sport».

In termini di investimen­ti e a livello organizzat­ivo?

«Anche dal punto di vista della promozione dello sport, a partire dalla scuola e quindi dall’educazione. Nelle scuole le ore di ginnastica sono ben fatte e se un bambino si appassiona allo sport da piccolo, continuerà a praticarlo anche da grande. Poi incide il territorio: in Trentino si pratica lo sport sia in inverno che in estate».

Il Trentino è riuscito a ottenere il podio nonostante il calcio profession­istico, praticamen­te assente in provincia, sia l’indicatore a cui viene attribuito il peso maggiore nella classifica. Che chiave di lettura dà?

Volley È stato premiato lo sport individual­e, ma le squadre di volley e basket hanno contribuit­o a questa classifica

«Essere primi senza il calcio è la dimostrazi­one che laddove non viene praticato ad alti livelli c’è una cultura sportiva superiore. Mi spiego: non ho nulla contro il calcio, è diffusissi­mo anche tra i bambini perché è naturale. Di fronte ad una palla è naturale usare i piedi prima ancora delle mani. Diciamo che anche senza il calcio si può crescere molto bene da un punto di vita della cultura dello sport. Noi non abbiamo il calcio ad alti livelli, ma abbiamo il volley che per 20 anni ha contribuit­o con punteggi importanti a questa classifica e poi c’è il basket che ha raggiunto ottimi livelli».

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