Corriere del Trentino

Rifiutano i soccorsi, salvati Poi un conto da 7.500 euro

Spagnoli, hanno tenuto in scacco per 72 ore i soccorsi. Conto da 7.500 euro

- di Davide Piol

Tre giorni sulle Tre Cime di Lavaredo: una coppia spagnola è rimasta bloccata in parete e ha monopolizz­ato il Soccorso alpino di Auronzo. Ciò che stupisce di questa storia a lieto fine dai sapori catalani — i due sono di Barcellona —, è la volontà di scalare la montagna anche quando le condizioni esterne impongono di fermarsi e di rimandare l’escursione a un altro giorno. I coniugi spagnoli, in vacanza nel Bellunese con i genitori di lui, hanno sfidato il tempo, rifiutato più volte l’aiuto dell’elicottero andato a prenderli, causato un dolore all’anziana madre di lui, che non vedendoli tornare si è sentita male, e monopolizz­ato il Soccorso alpino. Che per diversi giorni ha dovuto seguirli passo dopo passo e accertarsi che stessero bene.

La coppia, insieme ai genitori di lui, erano arrivati al «Rifugio Auronzo» una settimana fa. Si tratta di un punto di partenza ottimale per cominciare la scalata alle Tre Cime di Lavaredo. Marito e moglie, di 45 e 36 anni, hanno caricato lo zaino in spalla e sono partiti. Verso le 20 di martedì il Soccorso alpino di Auronzo è stato allertato per due bolzanini, di 41 e 29 anni, bloccati a 2.750 metri di quota su una delle Cime. Sprovvisti di luci frontali, circondati dalla nebbia e con le corde incastrate tra le rocce, sono stati costretti a fermarsi. È in quel momento che hanno visto scendere la coppia spagnola, meglio equipaggia­ta di loro. Così, in accordo con il Soccorso alpino che invia per messaggio tutte le informazio­ni utili alla discesa, si sono uniti ai turisti stranieri, calandosi però troppo rispetto alla «traccia» e rimanendo bloccati di nuovo. I soccorrito­ri li hanno raggiunti e aiutati a scendere. Sembrava un intervento come tanti. Nessuno poteva immaginare che i due spagnoli avrebbero provato a scalare un’altra Cima e sarebbero rimasti bloccati lì per tre giorni.

«Non so perché siano saliti di nuovo — dice Giuseppe Zandegiaco­mo, capo del Soccorso alpino di Auronzo rimasto in contatto telefonico con i turisti stranieri per tutto il tempo —. «Forse non hanno fatto fatica la prima volta e si sono buttati in un’altra avventura che, a parere mio, era al di sopra delle loro possibilit­à». Da sabato, giorno in cui i due hanno cominciato la salita, fino a ieri pomeriggio è stato un tira e molla continuo tra l’elicottero che andava a recuperarl­i e loro che rifiutavan­o, salvo poi inviare al Soccorso alpino le foto della loro posizione e chiedere informazio­ni sulla via da prendere. La prima richiesta di soccorso è stata lanciata sabato sera dai genitori dell’uomo, che non riuscivano a contattarl­o. L’elicottero dell’Air service center li ha individuat­o a metà della Via Cassin, dove avevano deciso di bivaccare. La coppia dice di voler proseguire e i soccorrito­ri sono costretti ad andarsene. Domenica mattina l’anziana madre di lui, non ricevendo notizie, si sente male e il gestore del «Rifugio Auronzo» è costretto a chiamare il 118. «Mi hanno scritto di nuovo domenica sera — racconta Zandegiaco­mo — volevano sapere come muoversi. Ho usato Google traduttore e inviato tutto per messaggio. Abbiamo consigliat­o loro di aspettare che facesse giorno. Così hanno fatto, non li abbiamo più sentiti».

Ieri mattina i genitori dell’uomo hanno chiesto un secondo intervento, però anche in questo caso l’eliambulan­za di Treviso è stata rimandata indietro. I due spagnoli credevano di essere vicini alla cima, ma mancavano 80 metri e pioveva forte. L’avventura si è conclusa alle 16: l’elicottero dell’Aiut Alpin Dolomites di Bolzano li ha recuperati e portati al rifugio. Oltre alla spiacevole «escursione» i due dovranno fare i conti con la possibile fattura da parte delle varie Usl. Secondo la delibera regionale del 6 settembre 2011 andare a recuperare persone illese in elicottero ha un costo di 90 euro al minuto, 120 se si tratta di stranieri. La fattura può raggiunger­e i 7.500 euro. «Spero sia servito da lezione e che la loro vacanza sia finita», ironizza Zandegiaco­mo.

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In parete La coppia di turisti spagnoli mentre tenta di raggiunger­e le Cime di Lavaredo. A destra il percorso fatto

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