Corriere del Trentino

«IO, DISABILE ASSISTITO DA UN MIGRANTE»

- Di Piergiorgi­o Cattani

Gentile presidente Fugatti, gentile capogruppo Dalzocchio, vi scrivo dopo aver appreso dalla stampa delle dichiarazi­oni del Presidente della Provincia autonoma di Trento per cui i richiedent­i asilo non avrebbero più il permesso di andare nelle case di riposo per tenere compagnia agli anziani.

La notizia mi sembra alquanto sconcertan­te anche se abbastanza coerente con la vostra impostazio­ne culturale e politica. Non sia mai che un «negro» richiedent­e asilo possa integrarsi e magari andare a trovare qualche anziano in casa di riposo. Non sia mai che possa entrare nella nostra comunità imparando il dialetto, mangiando la polenta, diventando un giorno cittadino italiano (chi ha detto che poi non potrebbe votarvi?).

Purtroppo questa è la vostra strategia politica: mostrare che i migranti costano soltanto, che sono esclusivam­ente un problema di sicurezza, che devono venire «dopo» i trentini. Occorre allora nascondere, impedire, eliminare qualsiasi possibilit­à di integrazio­ne. Cancellare gli episodi positivi. A costo di essere masochisti. E quindi in casa di riposo è meglio che

non ci vadano i «negri»: potrebbero sfatare la vostra inaccettab­ile visione.

Vorrei però raccontarv­i della mia esperienza. Un’esperienza ormai di più di 25 anni (prima si occupavano completame­nte i miei genitori della mia assistenza), l’esperienza di un disabile grave come sono io. Spero ardentemen­te che voi non abbiate parenti con questo tipo di problemi, vi auguro di non averne mai personalme­nte.

Non sono auto sufficient­e e per fare qualsiasi cosa ho bisogno di aiuto. Ma non voglio dilungarmi sulle mie esigenze. Dico solo che non è semplice trovare un assistente adeguato. Ne ho cambiati tantissimi in questi anni: italiani, stranieri, uomini, donne, persone formate, persone senza alcuna preparazio­ne specifica ma che avevano le virtù della pazienza e dell’abnegazion­e. Ho fatto sempre contratti regolari. Una sola cosa mi interessav­a e mi interessa: che soddisface­ssero le mie necessità.

Quando sono costretto a cambiare assistente (quasi sempre sono loro che mi lasciano per i più svariati motivi) la ricerca mi costa tempo e fatica. Cerco ovunque. Per farla breve da due anni un mio collaborat­ore è uno di quelli arrivati con il barcone, quelli descritti dal vostro capitano come pericolosi invasori, delinquent­i, al limite poveracci che però possono sostituirc­i, distrugger­e la nostra identità. Vederli girare per la città inquieta, nei paesi non li vogliono. Ma non è così. Questa è l’immagine distorta della vostra propaganda.

Cercando ovunque un collaborat­ore con una buona prestanza fisica, alcuni amici mi hanno suggerito di rivolgermi a qualche richiedent­e asilo. Mi guidava soltanto il pragmatism­o: trovare chi rispondess­e meglio alle mie esigenze. Naturalmen­te ho incontrato anche tanti italiani e trentini, bianchi, istruiti. Ho trovato però un richiedent­e asilo. Vi assicuro che avrei preso anche un militante leghista se fosse stato adatto. Ve lo assicuro proprio. Perché in certe situazioni non si può essere ideologici come voi. Il razzismo non me lo posso permettere.

Mi trovo molto bene con quest’uomo. Perché ho scelto lui? Perché si è integrato meglio di altri anche grazie ai progetti che voi adesso avete cancellato. Aspetto soltanto che voi vogliate impedire che i «negri» possano aiutare i cittadini come me. Poi sarete voi a trovarmi un aiuto adeguato. Mi sembra incredibil­e che non capiate che la vostra politica danneggia i più deboli. Danneggia i disabili, gli anziani, chi ha bisogno. Forse che per raccattare qualche voto volete infierire sui più deboli?

Concludo con una nota. Questo mio collaborat­ore non toglie il posto a un giovane trentino. State tranquilli. Io chiedo assistenza, non solidariet­à. È un lavoro ben retribuito, ma sicurament­e complicato. Forse secondo voi un africano non è capace di compiere questi lavori. Ma vi sbagliate di grosso. * Disabile

Futuro Chiedo assistenza e non solidariet­à La vostra politica danneggia i più deboli, insomma le persone che hanno più bisogno

 ??  ?? Capolavoro Una scena del film «Quasi amici», storia che fa riflettere
Capolavoro Una scena del film «Quasi amici», storia che fa riflettere

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy