Corriere del Trentino

«Alle Olimpiadi da mamma: il parto non è la fine di tutto»

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Un argento olimpico e due mondiali, per sette volte consecutiv­e campioness­a europea. Sempre dal trampolino sincro di tre metri, sempre in coppia con Tania Cagnotto. Francesca Dallapè, classe 1986, nata e cresciuta a Trento, è una eccellenza dello sport locale.

Quali sono i segreti del Trentino “capitale” italiana dello sport?

«Credo che l’ambiente e il territorio si prestino molto per fare attività sportive sane e all’aperto. Il Trentino regala possibilit­à per tutte le età».

Sia le strutture sia i dirigenti e i tecnici sono ai primi posti delle classifich­e italiane. Quale elemento può essere preso da modello in altre parti d’Italia?

«La mentalità è la cosa che forse rende noi trentini così adatti e portati per lo sport. Siamo persone per natura capaci di impegnarci per raggiunger­e degli obiettivi che ci prefissiam­o e per migliorare sia a livello personale sia di comunità».

Cosa si potrebbe fare per alzare ulteriorme­nte il livello?

«Le strutture devono essere sempre migliorate. Non solo qui, in tutta Italia».

Il suo sport non è il più popolare e diffuso. Come ha iniziato?

«Per caso. Frequentav­o un corso di nuoto, ma invece che nuotare preferivo fare su e giù dal bordo per tuffarmi. Giuliana, la mia allenatric­e, ha chiesto ai miei genitori se potevo frequentar­e la scuola di tuffi. Non sapevamo nemmeno che esistesse in città».

Oggi ci sono più o meno possibilit­à di scoprire sport “di nicchia”?

«Secondo me sono aumentate. I social network aprono canali per fare conoscere ai giovani realtà diverse da quelle che si vedono sempre in television­e».

Cosa consiglier­ebbe a un giovane che si avvicina al suo sport?

«Consiglio a tutti i giovani di fare sport, qualsiasi. Aiuta a crescere e ad accettare che nella vita ci sono momenti di difficoltà da superare con lavoro e impegno».

Dopo il ritiro per la gravidanza di Ludovica ha deciso di tornare. Perché?

Tuffi L’ambiente e il territorio si prestano all’attività. È il segreto. Ho iniziato per caso: preferivo tuffarmi che nuotare

«Ho sempre avuto l’idea di rimettermi in gioco dopo il parto. Penso che sia un bel messaggio per le donne: la gravidanza non è la fine, possiamo ancora essere e fare tutto quello che vogliamo. Il mio obiettivo è andare a Tokyo 2020».

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