Trovati due squali morti sulla spiaggia di Jesolo «Specie innocua, forse è un parto finito male»
VENEZIA Il corpo del primo è stato trovato domenica mattina arenato sul bagnasciuga in pieno centro a Jesolo, poco distante da piazza Mazzini: qualcuno ha anche tentato di salvarlo spingendolo in acqua ma ormai non c’era più nulla da fare. Il secondo, più piccolo, è stato trovato poco distante ieri mattina. Sono due esemplari di squalo palombo, conosciuto anche come «cagnoleto». È una specie innocua per l’uomo, le sue carni si mangiano comunemente, ma certo, trovarlo arenato in spiaggia fa un certo che. Nell’immaginario gli squali fanno paura, nessuno vorrebbe trovarsene di fronte uno mentre nuota al mare. L’ipotesi più accreditata è che i due animali siano morti per cause naturali. Secondo il direttore del Museo di Storia Naturale di Venezia potrebbe trattarsi di un esemplare femmina, nel caso dello squalo più grande, morta di parto e con essa il piccolo trovato a poca distanza. «Questi animali in tarda estate vengono a partorire vicino alle coste, partoriscono piccoli squali sui 40 o 50 centimetri. Visto il ritrovamento a poca distanza dei due animali potrebbe trattarsi di un parto finito male che è costato la vita a mamma e piccolo. Il piccolo magari è riuscito a uscire da solo ma poi non è riuscito a sopravvivere». Si tratta di una specie comune per l’Adriatico anche se negli ultimi anni a causa della pesca è diminuita di numero. Sono animali innocui per l’uomo. «Non arrivano a grandi dimensioni, di solito raggiungono il metro e mezzo di lunghezza – aggiunge Mizzan – non sono animali aggressivi, gli adulti si cibano di piccoli pesci, granchi, seppie, mentre i piccoli mangiano larve. Hanno denti grandi pochi centimetri».