Entusiasmo Cortese «Il mio Levico ha personalità»
«Questi sono i lunedì più belli, la squadra che alleni ti sembra la più forte di tutte e tu sei un grande tecnico». Roberto Cortese, allenatore del Levico, è ovviamente di buon umore dopo il più che convincente esordio dei suoi in campionato. I termali si sono imposti per tre a uno contro la Castellanzese al termine di novanta minuti molto convincenti.
Cortese, si aspettava un avvio di stagione così positivo?
«Diciamo che una settimana fa a Bolzano in Coppa Italia eravamo stati troppo brutti per essere veri. Lavoro con questi ragazzi da quaranta giorni e so quali sono le loro potenzialità, in particolare mi è piaciuto il primo tempo e il carattere dimostrato nei secondi quarantacinque».
Il successo Larga vittoria per 3-1 contro la Castellanzese al debutto
Già perché siete passati dallo sfiorare il tre a zero a trovarvi sul due a uno, una situazione non semplice da gestire.
«Esatto, al di là delle questioni tecnico-tattiche mi è piaciuto lo spirito che tutti quanti hanno messo in campo. Dopo aver costruito molto e speso parecchio a livello fisico abbiamo rischiato di accusare eccessivamente la loro rete ma così non è stato, siamo rimasti lucidi chiudendo il discorso con la terza marcature».
L’età media degli undici titolari era poco più di vent’anni (20,5 per la precisione), non è un azzardo eccessivo?
«Si tratta di una scelta fatta insieme alla società, si è deciso di puntare sui giovani sapendo quelli che sono i pro e quelli che potranno essere i contro. Se poi consideriamo che a partita in corsa hanno fatto il loro esordio un ragazzo del 2002 (Nicola Sartori) e uno del 2003 (Anxhelo Kojdheli) ci renderemo conto che abbiamo concluso con una media inferiore ai 20 anni».
A fianco a questa truppa di under ci sono tre-quattro elementi che conducono le danze.
«Che poi tanto vecchi non sono, Pralini un classe ’93 è stato protagonista di una partita pazzesca, Cardore è del 96 e per la categoria è un vero e proprio lusso. Poi c’è l’argentino Galesio…».
Già, per l’attaccante sudamericano subito una doppietta: un gran bel biglietto da visita non c’è che dire.
«Stiamo parlando di un ragazzo che quando abbiamo giornate di riposo si allena da solo chiedendo programmi specifici al nostro preparatore, un atleta con la testa sulle spalle. Un vero e proprio esempio per i più giovani dentro e fuori dal campo e non lo dico tanto per dire. Come giocatore si tratta della classica prima punta che in area di rigore difficilmente sbaglia, starà a noi metterlo nelle condizioni migliori per esprimersi».
Non è che questo avvio così scoppiettante vi faccia fare strani pensieri?
«Nella maniera più assoluta. Non abbiamo ancora fatto nulla, iniziare bene ovviamente fa piacere ma la strada è ancora lunga e il nostro unico obiettivo rimane solamente la salvezza. Sono curioso di vedere come il gruppo reagirà nei momenti in cui i risultati non arriveranno e la strada sarà in salita, avere una squadra giovane può essere pericoloso sotto questo punto di vista anche se i miei giocatori hanno una forte personalità».