Premio Busoni, Lupo: «Vincerà la passione»
Sono sei i finalisti del concorso pianistico «Busoni» di Bolzano. Tra loro i due candidati italiani. Ecco i nomi: Giovanni Bertolazzi, Nicolò Ferdinando Cafaro, Giorgi Gigashvili (Georgia), Emanuil Ivanov (Bulgaria), Shiori Kuwahara (Giappone), Valentin Malinin (Russia).
In questa prova, prevista per questa sera e domani, i pianisti saranno accompagnati dal David Oistrakh String Quartet, proveniente dalla Russia. Finalissima, venerdì sera a Bolzano.
Benedetto Lupo, componente della giuria, considerato uno dei massimi pianisti italiani della sua generazione, fa il punto sull’evento di quest’anno.
Cosa ne pensa dei talenti italiani in finale?
«Sono molto fiero di entrambi»
Maestro, perchè è entrato nella giuria del premio Busoni, cosa la motiva ?
«Sto cercando di portare al Busoni, come giurato, la mia esperienza di ascolto, concertistica, didattica. E provo a individuare chi tra i concorrenti e al di là della bravura (siamo in media tra giovani già molto preparati) ha un progetto artistico più interessante e convincente. Insomma, che cosa vogliono comunicare. Con onestà e convinzione».
Lei è abituato a una didattica di alto livello come docente a Santa Cecilia. Per chi partecipa a un concorso è più importante la passione o la tecnica?
«Di sicuro la passione. Diffido di chi invece vorrebbe tenere una conferenza al pianoforte. O di chi considera il proprio ego un altare sul quale immolare tutto e a ogni costo. Certo, chi suona in queste occasioni deve anche essere consapevole di che cosa vuole comunicare».
Come funziona quest’anno la giuria del Busoni?
«Siamo riusciti a instaurare un clima conviviale. Ma evitiamo di parlare di concorrenti e di programmi anche fuori la stanza delle nostre riunioni».
Crede nelle scuole di pianoforte in Italia e all’estero?
«I ragazzi italiani meritano più spazi e più opportunità per quanto riguarda la formazione pianistica. In Italia, sul piano didattico facciamo fatica a promuovere l’eccellenza. Gli italiani si accorgono di avere talenti pianistici solo quando ottengono grandi risultati all’estero.
Oggi ci sono più occasioni di conoscere altre scuole e magari anche appropriarsi delle loro cose positive».
La selezione Diffido di chi vuole tenere una conferenza al piano e di chi è ostaggio dal proprio ego