Corriere del Trentino

La prunella azzurro-viola che cresce con entusiasmo sui prati di montagna

- Martha Canestrini angolodeig­iardini@gmail.com

Ho progettato un giardino, molti anni fa. Con il tempo è diventato folto, colorato, lussureggi­ante, anche perché la padrona, Christine, lo cura con amorevole attenzione. Il giardino racchiude, circondand­olo, un prato. L’altro giorno, passando, mi sono fermata per dargli un’occhiata. E ho visto una cosa che mai mi sarebbe venuta in mente: Christine aveva falciato l’erba lasciando intatte isole

di prunelle, che erano in piena fioritura. Il risultato era bellissimo; nel prato risaltavan­o estesi laghetti color azzurro-viola. Da un’essenza di per sé insignific­ante aveva ottenuto una piccola meraviglia. L’idea l’ho trovata geniale: da imitare.

La prunella, - il suo nome botanico è Brunella vulgaris o Prunella vulgaris, della generosa famiglia delle Labiateae, in italiano anche erba mora o morella, - cresce veramente in ogni luogo, con preferenza nei prati sfalciati, dove si allarga con entusiasmo; la concorrenz­a con le erbe più alte non è gradita. Il colore brunito della piccola spiga, rigida, rotondeggi­ante, corta e ruvida, ha imposto il nome alla pianta. Si propaga strisciand­o, con brevi rizomi sopra il terreno, che emettono radici quando toccano terra.

I puristi la consideran­o un’infestante. Pure i semi hanno sviluppato un sistema interessan­te per propagarsi: appena l’aria si fa umida, i calici delle infioresce­nze a spiga già fecondati si aprono. Nel momento in cui una goccia di pioggia colpisce la spiga, i frutti appiccicos­i, leggerment­e profumati, sono lanciati fuori, come da una piccola balestra.

In primavera si possono raccoglier­e le foglie, dal sapore leggerment­e aromatico, per aggiungerl­e alle insalate. Contengono tannino, principi amari e resine; toniche, astringent­i, vulnerarie, sono usate per sciacqui del cavo orale, contro diarree, emorroidi o piaghe restie a cicatrizza­rsi.

Per distinguer­la dall’Ajuga reptans - un’altra labiata perenne, strisciant­e anch’essa - basta osservare l’infioresce­nza. Quella dell’ajuga è una spiga morbida, allungata, da cui spuntano i fiori blu – violetti, più grandi di quelli della prunella. Le foglie sono molto più grandi. Anche l’ajuga, chiamata volgarment­e bugula, contiene tannino. Pur essendo durante tutto il Medioevo molto apprezzata come pianta medicinale – la cita Hildegard von Bingen (10971179), grande guaritrice mistica e autrice di libri di medicina – è chiarament­e la meno attiva fra tutte le erbe medicinali in uso.

Entrambe, prunella e ajuga, hanno una grande importanza per gli insetti. Fioriscono in un momento dell’anno in cui non ci sono molti fiori selvatici, che sono o sfioriti, o sfalciati.

Chiudo con un buffo versetto, raccolto da Heinrich Marzell (1885-1970), botanico e sociologo, nel sud dell’Italia: «Chi trova la bugula e non l’adore, non vede la madonna quando more».

Nelle insalate In primavera si possono raccoglier­e le foglie dal sapore aromatico da mettere in insalata

 ??  ?? Labiateae La Brunella vulgaris o Prunella selvatica è della famiglia delle Labiatae E’ chiamata anche erba mora o morella
Labiateae La Brunella vulgaris o Prunella selvatica è della famiglia delle Labiatae E’ chiamata anche erba mora o morella

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