Corriere del Trentino

Vaia, il legno verso Cina e Austria

Già venduta la metà dei tronchi caduti. L’utilizzo: edilizia, mobili, strumenti musicali, energia

- Zamattio

La tempesta Vaia, in quei pochi, terribili giorni di quasi un anno fa, ha abbattuto una quantità di piante nei boschi trentini pari al legname solitament­e tagliato in nove anni. In dieci mesi, però, oltre la metà di quel legno è già stato venduto: più di due milioni di metri cubi di materiale hanno preso la strada di Cina e Austria. Di tutto il venduto, 800.000 metri cubi sono stati portati agli impianti di trasformaz­ione, mentre il legno rovinato e i residui delle utilizzazi­oni forestali sono stati destinati al mercato delle biomasse per la produzione di energia. L’abete si vende a 19-20 euro al metro cubo «in piedi», 80 euro per il larice.

Maurizio Zanin

L’obiettivo per il 2020 è quello di rimboschir­e

Giovanni Giovannini

Già ripristina­te la metà delle strade forestali

In quei terribili giorni di fine ottobre la tempesta Vaia ha danneggiat­o 20.000 ettari di superficie in Trentino, un volume complessiv­o di oltre 4 milioni di metri cubi di bosco, principalm­ente nell’area orientale della provincia, sopra i 1.200 metri. Una quantità di piante abbattute pari al legname solitament­e tagliato in 9 anni. Un’enormità. Dopo un lavoro intenso e organizzat­o attraverso l’Unità di missione strategica per la ricostruzi­one, che riunisce una decina di dipartimen­ti provincial­i coinvolti nella stima dei danni e nella ricostruzi­one, coordinata da Raffaele De Col, oltre la metà del legname abbattuto (il 52%) è già stato venduto negli ultimi dieci mesi: 2 milioni e 100 mila metri cubi di materiale acquistato in gran parte da Austria e Cina. Dall’Interporto di via Innsbruck partono, ogni settimana, quattro «treni del legno», ognuno di circa 900 tonnellate, 3.200 tonnellate a settimana. I convogli sono diretti verso le segherie di Woerg in Austria (tre alla settimana) e uno verso Marcianise, in Campania.

Di tutto il legno venduto, che pur essendo danneggiat­o è di buona qualità, finora sono stati esboscati e portati presso impianti di trasformaz­ione oltre 800.000 metri cubi di materiale per essere utilizzato principalm­ente in due grandi settori: per la maggior parte nell’ambito dell’edilizia e nel settore degli imballaggi in legno, pallet e imballaggi per logistica, mentre una quota minore è destinata alle industrie che producono pannelli e cellulosa. Quello di cirmolo è impiegato anche per la realizzazi­one di mobili, mentre piccole quantità sono destinate al mercato della liuteria (i legni del Paneveggio e della val di Fiemme). Il legno rovinato e i residui delle utilizzazi­oni forestali sono invece destinati al mercato delle biomasse per la produzione di energia. I prezzi: il legno viene venduto all’asta nel portale della Camera di commercio a prezzi ridotti: l’abete a 19-20 euro al metro cubo «in piedi» (nel bosco), il larice a 80 euro al metro cubo.

Un buon bilancio per il legname trentino dalla tempesta Vaia, dunque, «grazie al lavoro in sinergia tra settore dei privati e le imprese, gli enti pubblici e il Servizio foreste e fauna e di tutta la macchina organizzat­iva», precisa Giovanni Giovannini, dirigente del Servizio foreste e fauna della Provincia, che con 380 collaborat­ori rappresent­a uno dei bracci operativi del piano di ripristino delle aree colpite.

«Siamo soddisfatt­i del lavoro svolto finora e del legname recuperato — commenta Maurizio Zanin, dirigente dell’Agenzia provincial­e delle foreste demaniali — Ora contiamo di recuperare un altro milione di metri cubi di legname. Solo una quota marginale resterà in alcuni boschi, nei lotti difficili da raggiunger­e, in alta quota, non pericolosi».

In quest’ottica è fondamenta­le il lavoro di ripristino delle strade forestali. «Completata la stima delle superfici coinvolte e delle aree più danneggiat­e (il 23% sopra i 1.200 metri e il 32% sopra i 1.500), si sta lavorando al loro ripristino», spiega Giovannini. «Dei 2.400 chilometri inizialmen­te danneggiat­i da sassi e tronchi, a luglio ne erano stati riportati alla piena funzionali­tà 1.200 chilometri, la metà». Questo grazie soprattutt­o all’intervento di tutte le imprese boschive e di scavi, «anche provenient­i da Austria e Germania che lavorano a ritmo ser

rato con l’utilizzo di macchinari specializz­ati, per portare via i tronchi dai boschi agli impianti di trasformaz­ione», sottolinea il dirigente. Che aggiunge: «In 6 mesi è stato esboscato il doppio del materiale commercial­izzato solitament­e in un anno. L’aver iniziato a utilizzare velocement­e i lotti ha garantito il valore economico del legname che può essere utilizzato e venduto ancora come fresco». Il legno così ottenuto viene in gran parte commercial­izzato sul portale del legno trentino: con la vendita «in piedi», sul posto, con il recupero da parte di una ditta che lo taglia e porta via (1,6 milioni di metri cubi, tre quarti del totale); mentre altri 500.000 metri cubi sono in corso di utilizzazi­one e pronti per essere venduti già «allestiti» a strada, tronchi pronti, acquistabi­li e prelevabil­i dalle imprese interessat­e.

All’estero è destinato il legname delle aree più colpite come la val di Fassa, parte del Primiero, Pinè, Grigno e Valsugana. Anche se non tutto l’utilizzato viene esportato: i tronchi di maggiori dimensioni vengono in genere acquistati dalle segherie locali, mentre l’export riguarda tronchi di diametri medio-piccoli.

«Il nostro obiettivo — precisa Zanin — è quello di portare nell’arco di due anni all’utilizzazi­one di tutto il legno schiantato». E rileva «il grande sforzo da parte di tutto il sistema forestale. Il nostro scopo per il 2020 è rimboschir­e, un lavoro che durerà una decina di anni».

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Provincia Giovanni Giovannini è il dirigente del Servizio foreste e fauna di Piazza Dante, uno dei cardini del lavoro di ripristino
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Al vertice Maurizio Zanin è dirigente dell’Agenzia provincial­e delle foreste demaniali, del Dipartimen­to agricoltur­a e foreste
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Cambiament­i A sinistra, nella foto grande, la grande quantità di legno abbattuto a seguito della tempesta Vaia di fine ottobre dello scorso anno. A destra il concerto organizzat­o nella foresta dei violini e alcuni alberi ancora a terra

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