Pronto soccorso, l’odissea di Castelli
Facebook, sfogo dell’attore: «Ho atteso otto ore con mia madre novantenne»
Uno sfogo su Facebook, maturato in seguito un vissuto di disagio e sofferenza, e una proposta: «Come c’è il Pronto soccorso pediatrico, ce ne dovrebbe essere uno geriatrico». È questa la proposta del popolare attore trentino Andrea Castelli, che dopo un’odissea vissuta con la madre novantenne al Pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara, ha affidato al social network la sua riflessione, condivisa e commentata da centinaia di persone.
TRENTO Lo sfogo passa dal social e convoglia in breve tempo condivisione e solidarietà. Quella affidata a Facebook da Andrea Castelli non vuole essere, tuttavia, «una delle tante lamentele e lagne da internet», bensì una proposta, dettata da esperienze e sofferenze comuni a molti: «Come c’è il Pronto soccorso pediatrico — osserva il popolare attore trentino — ce ne dovrebbe essere uno geriatrico».
La riflessione matura dal vissuto: «È da aprile che con mia mamma, oggi novantenne, faccio avanti e indietro dall’ospedale — racconta Castelli — ha subito due operazioni e quando tutto sembrava andare per il meglio l’ho dovuta portare d’urgenza al pronto soccorso: io capisco il gran numero di pazienti e la priorità dei diversi codici, ma non si può tenere una donna di 90 anni sei ore in attesa».
Le ore, poi, fra visita ed esami sono diventate otto: «Entrare alle 16 ed essere finalmente ricoverata alle 24 mi sembra crudele — aggiunge l’attore — un’attesa così lunga, secondo me, può infliggere al paziente molto anziano un duro colpo a quello che già lo tormenta. Non sono un dottore, ma credo che un medico lo sappia». Da qui la valutazione: «Capisco le urgenze, ci mancherebbe, ma io penso che a parità di codice i 90 anni debbano avere la precedenza. Come ci sono un Pronto soccorso pediatrico o ginecologico, si dovrebbe introdurre quello geriatrico. I pazienti dagli 80 anni in su dovrebbero godere di una corsia preferenziale in un ospedale come quello di Trento che reputo ottimo e all’avanguardia in tutti i servizi che offre».
Il post raccoglie in poco tempo oltre 300 «mi piace», numerose condivisioni e un’ottantina di commenti in cui si esprimono sostegno e vicinanza. In molti riportano la propria esperienza — analoga a quella vissuta dall’attore con la propria madre — testimoniando attese di 10 o 12 ore, ma c’è anche chi sottolinea come «tante persone con patologie non urgenti si presentino al pronto soccorso invece di andare dal proprio medico di base», intasando così le sale d’attesa e facendo lievitare i tempi.
Una signora di Roma racconta invece di aver «chiamato due volte l’ambulanza per mia madre. Per ben due volte mi hanno sconsigliato di portarla al pronto soccorso. Qui non ci fanno neanche arrivare al pronto soccorso perché sanno che possono morire nell’attesa. E non è una battuta» chiosa amara.
«Quel post l’ho scritto d’istinto — conclude Castelli — a volte su Facebook riporto anche delle stupidaggini, ma questa volta una testimonianza mi sembrava doverosa».