Corriere del Trentino

Ora è corsa contro il tempo per scongiurar­e il bostrico

- M. Z.

Così come per il bilancio delle azioni messe in campo per la ricostruzi­one, sicurezza e prevenzion­e del territorio presentato lunedì dalla Commission­e speciale sulla tempesta del 29 ottobre, presieduta da Ivano Job che aveva evidenziat­o «l’importanza vitale della prevenzion­e di fronte all’imprevedib­ilità e intensità devastante dei fenomeni che caratteriz­zano il nostro tempo», anche ora, parlando del legno schiantato il tema prevenzion­e è prioritari­o. Uno dei rischi maggiori che ci si trova ad affrontare in questo momento, anche se da questo punto di vista l’estate 2019 è andata bene poiché è stata caratteriz­zata da un clima freddo e piovoso, è quello del bostrico. «Un parassita che è presente nei boschi trentini ma che è favorito dagli schianti — spiega Maurizio Zanin —. Per contrastar­lo abbiamo distribuit­o 220 trappole sul territorio che hanno dimostrato la presenza del parassita che, anche se in poche zone, ha raggiunto i livelli di guardia». E nell’incontro informativ­o di lunedì che ha fatto il punto sulla situazione a 10 mesi dalla tempesta, Romano Masè, dirigente generale del dipartimen­to agricoltur­a e foreste aveva anticipato: «Il bostrico è messo nel conto e probabilme­nte colpirà le foreste nelle annate 2020–21». Per questo il sistema di monitoragg­io continuerà in maniera costante e continuati­va. Ora l’impegno si concentra, per il futuro, sui monitoragg­i fitosanita­ri e sulla programmaz­ione dell’attività vivaistica: «Da qui a a fine anno chiuderemo l’ultima parte del piano di azione che traccerà le attivi à di ripristino: dall’anno prossimo si comincerà con l’operazione di rimboschim­ento, un lavoro che durerà parecchi anni, dai 5 ai 10 anni». Un programma di attività lungo che prevede il rimboschim­ento non di tutti i 20mila ettari abbattuti, ma soltanto di una parte. Per il restante si punterà sulla generazion­e naturale del bosco. Intanto, la forma principale di prevenzion­e resta quella di tagliare e portare via il legname il più in fretta possibile, entro l’arrivo della neve. «Il nostro obiettivo è quello di portare a buon punto l’utilizzazi­one del legno dell’arco di due anni, venderlo e smaltirlo. Poi si prosegue con gli altri progetti».

Masè Il parassita probabilme­nte colpirà le foreste della nostra provincia nelle annate comprese tra il 2020 e il 2021

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