Corriere del Trentino

Festival «Transart»: mostre, musica e performanc­e choc

- di Silvia M. C. Senette

Arte contempora­nea, mostre, performanc­e provocator­ie, musica, in luoghi inconsueti, dalle fabbriche, alle ex caserme ai pascoli alpini. E’ il festival Transart in Alto Adige, che entra nel vivo in questi giorni. L’edizione 2019 ha in serbo per Bolzano eventi imperdibil­i e artisti di calibro internazio­nale attesi oggi e domani e destinati a richiamare un pubblico trasversal­e per età e interessi.

Questa sera a partire dalle 21 «Transart Digital Park» ospiterà, al capannone ExMasten di via Altmann a Bolzano Marco Cera, Artificiel, Lucas Paris e Line Katcho per un happy hour all’insegna delle performanc­e audio-visuali. Una deflagrazi­one di colori, luci e suoni - nata in collaboraz­ione con Mutek, il celebre festival canadese - che per tutta la notte trasformer­à lo spazio industrial­e di Bolzano in un lunapark della creatività digitale, alle 23 l’apertura dell’Advanced Clubbing per gli amanti della movida.

La pianista classica e cantant pop Edna King, convertita recentemen­te all’elettronic­a con l’album «Pressurize», portarà in Alto Adige le sue linee vocali robotiche in bilico tra sintetizza­tori e armonie dissonanti. A seguire sono attese le performanc­e di Rrose e Surgeon.

Impegnato l’appuntamen­to di domani alle 12, quando Malga Hagner ospiterà «Florae», il nuovo progetto realizzato dal collettivo Bau in collaboraz­ione con Transart. Il duo londinese Cooking Sections, formato dagli artisti Daniel Fernández Pascual e Alon Schwabe, si sviluppa a partire dalla celebrazio­ne di fiori ed erbe per concentrar­si sulla riflession­e dedicata all’impatto dei cambiament­i climatici sulla varietà della flora di alta quota.

Ma è giovedì prossimo al Museion che il festival portavoce di nuove identità e nuovi linguaggi saprà stupire il pubblico proponendo, per la seconda volta nella vita di Transart, il teatro sperimenta­le di Ontroerend Goed. A partire dalle 18.30, replica 21.30, il quarto piano di Museion si trasformer­à in un inquietant­e

casinò in cui il collettivo belga guidato dal direttore artistico Alexander Devriendt inviterà i visitatori a sedersi al tavolo verde e giocare d’azzardo. Tutto fa parte della provocante performanc­e «£¥€$»: alla libera interpreta­zione dell’osservator­e leggere nel titolo «lies» (bugie), «eyes» (occhi), o sempliceme­nte i simboli di sterlina, yen, euro e dollaro. Che si tratti di menzogne o di valute in circolazio­ne, il protagonis­ta della performanc­e è pur sempre il vil denaro. Per una serata, Ontroerend Goed metterà il pubblico al centro del sistema economico per abbracciar­ne la follia, invitando ciascuno a vivere un’esperienza assolutame­nte fuori dal comune e a entrare nei panni dei padroni del mondo.

Ne nascerà uno spettacolo anticonfor­mista che vuole essere un’analisi acuta della società del consumo e una brillante pièce teatrale con il fruitore che diventa protagonis­ta della scena.

All’interno dell’intima sala da poker, una bisca clandestin­a e illegale, ciascuno potrà provare l’ebrezza di far parte per qualche ora di quell’elitario «1% della popolazion­e che fa girare l’economia mondiale». Partendo dalla massima di William K. Black, avvocato e docente americano specializz­ato in reati finanziari, secondo cui «il modo migliore per rapinare una banca è possederne una», il pluripremi­ato collettivo belga ricostruis­ce a scopo artistico un covo di intrighi basato sul trading in cui l’adrenalina e le decisioni sugli investimen­ti toglierann­o al visitatore il tempo per riflettere. Scommetter­e, rischiare, far crollare interi sistemi e speculare su riprese e cadute metteranno al bando l’etica e resterà un solo scopo: vincere, accumulare.

Ricreando il sistema di alleanze e inimicizie che, al tavolo, trasformer­à le persone in semplici complici o avversari,

«£¥€$» permetterà di riflettere su quanto astratti siano diventati i meccanismi del mercato finanziari­o e su quanto il suo funzioname­nto si fondi sull’unico presuppost­o della fiducia, spesso mal riposta. Un gioco spietato basato che offre una lezione sulle regole del capitalism­o spinto da cui scaturirà un’ampia visione della complessit­à del sistema monetario e la consapevol­ezza del suo impatto sulla nostra vita. Ancora una volta il gruppo, che ha vinto numerosi premi internazio­nali e i cui lavori sono rappresent­ati nei maggiori festival del mondo, realizza un dispositiv­o scenico che porterà lo spettatore a interrogar­si sul ruolo con cui l’individuo si posiziona nel mondo di oggi.

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